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Pedofilia, Bagnasco: "Nessun obbligo di denuncia per rispetto delle vittime"

29 marzo 2014 | 16.55
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Pedofilia, Bagnasco:

Genova, 29 mar. (Adnkronos/Ign) - "Non è assolutamente un 'no' alla denuncia ma risponde a un'attenzione verso le vittime, i loro sentimenti, i loro drammi interiori e risponde a ciò che i genitori ritengono meglio per il bene dei propri figli e della famiglia". Lo ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, commentando le linee guida della Cei sulla non obbligatorietà della denuncia nei casi di pedofilia da parte di religiosi.

DENUNCIA - "Il Vaticano - ha aggiunto in occasione di un convegno nel capoluogo ligure - prescrive di rispettare le leggi nazionali dei singoli Paesi e sappiamo che la legge italiana non riconosce questo dovere per nessuno. Questo è un motivo che ha un suo valore ma quello più importante - ha sottolineato Bagnasco - è il rispetto delle vittime e dei loro parenti perché non è detto che le vittime o i loro familiari vogliano presentare denuncia per ragioni personali".

PRIVACY - "Bisogna essere molto attenti - ha precisato - affinché noi sacerdoti, noi vescovi, non andiamo a mancare gravemente di rispetto alla privacy, alla discrezione, alla riservatezza e anche ai drammi di eventuali vittime che non vogliano essere messe in piazza, brutalmente parlando. Questo è un aspetto su cui noi pastori abbiamo molto riflettuto e questa ragione ci è parsa importantissima".

OBBLIGO MORALE - Secondo il presidente della Cei, quindi, "si può decidere" se denunciare o meno i casi di pedofilia "a seconda della posizione dei familiari delle vittime. Questa questione - ha precisato - rientra in un contesto più ampio, in cui il punto fondamentale è la cooperazione con l'autorità giudiziaria. Per noi - ha concluso - l'obbligo morale è ben più forte e cogente dell'obbligo giuridico, ne è il presupposto e impegna la Chiesa a fare tutto il possibile per le vittime".

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