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Regionali, per il centrodestra ora si apre la partita Veneto: i nodi da sciogliere

Dopo il doppio flop in Umbria ed Emilia, il partito di Meloni guarda con interesse alla ricca Regione del Nord

Fratelli d'Italia - Fotogramma
Fratelli d'Italia - Fotogramma
19 novembre 2024 | 18.02
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Dopo la doppia sconfitta rimediata in Emilia Romagna e Umbria, Fratelli d'Italia lavora per rifarsi in vista delle prossime sfide elettorali, a partire dal Veneto, dove - in attesa delle mosse del governatore uscente, il leghista Luca Zaia - si gioca una partita nazionale all'ultimo voto. Non è un mistero infatti che il partito di Giorgia Meloni guardi con interesse alla ricca Regione del Nord, mosso dal desiderio di candidare un proprio esponente alla guida di Palazzo Balbi.

I nodi da sciogliere

Due però sono i nodi da sciogliere: il primo riguarda la data delle elezioni (settembre 2025, scadenza naturale della legislatura, o primavera 2026?), il secondo riguarda il futuro di Zaia, che è già al suo terzo mandato e - in assenza di una legge che glielo consenta - non più 'arruolabile' per una nuova corsa. A quel punto Fratelli d'Italia potrebbe far pesare il suo ruolo di partito leader della coalizione ed esprimere una sua candidatura per la poltrona di governatore.

De Carlo in pole

Da tempo si fa il nome del senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, che interpellato dall'Adnkronos predica prudenza, per ora: "Ho sempre detto che è alquanto prematuro parlare di un tema come questo", tuttavia, osserva il coordinatore veneto di Fdi, "qui siamo il primo partito, facciamo la miglior performance a livello nazionale. Alle europee abbiamo aumentato di 5 punti la percentuale rispetto alle politiche. E' un dato che ci mette nelle condizioni di giocare le nostre carte".

La partita in Veneto, dice ancora De Carlo, è "slegata" da quelle che si sono giocate nelle precedenti regionali: per la scelta del candidato "bisognerà tenere conto" anche delle dinamiche e delle scelte che verranno fatte sulle Regioni al voto l'anno prossimo, ossia Campania (dove Fdi e Forza Italia reclamano un loro candidato), Marche, Puglia, Toscana e Valle d'Aosta. "Dobbiamo guardare avanti e scegliere i candidati migliori. Noi siamo forti del consenso che oggi i veneti ci danno: oltre un veneto su tre dà fiducia a Fdi", prosegue il senatore.

Gli altri 'papabili'

Come papabile per il posto da governatore non c'è solo De Carlo: anche l'europarlamentare di Fdi Elena Donazzan, ex assessora della giunta Zaia, potrebbe ambire alla nomination. "In Veneto -spiega- siamo cresciuti come classe dirigente, esiste più di un profilo candidabile. Quando sarà il momento sceglieremo. Lo scopo è tenere il centrodestra unito, perché solo così si vince". La Lega aspira a mantenere la presidenza del Veneto, ma questo per De Carlo non rappresenta un problema: "Vorrei vedere qual è il partito che dice 'no, non vogliamo il presidente'. E' legittimo che il mio omologo, il segretario della Lega veneta Alberto Stefani, dica che la guida della Regione deve rimanere al suo partito. Mi stupirebbe se dicesse che il governatore devo farlo io...".

Rimanendo in Veneto, un altro esponente locale di Fdi, il vicecapogruppo al Senato Raffaele Speranzon, dice di non credere a una nuova candidatura dell'uscente Zaia, al netto della stima nei confronti dell'attuale governatore del Carroccio: "Qualora non dovessero esserci i numeri in Parlamento - come credo - sulla proposta di aumentare il numero dei mandati, alla fine di questa legislatura non ci sarà una ricandidatura di Zaia, del quale abbiamo grandissima stima e col quale stiamo lavorando bene".

Anche per Speranzon sono i numeri che consentono a Fdi di dare le carte: "Alle europee - ragiona - Fdi ha ottenuto in Veneto il 37,5%, ogni elezione ha visto crescere costantemente il consenso per noi. Le ultime europee ci hanno permesso di raggiungere una percentuale che Fdi non ha riscontrato in nessuna parte di Italia. Non siamo noi che rivendichiamo il Veneto, sono i veneti che col loro consenso danno indicazioni chiare sulla forza politica che li rappresenta. Il quadro è questo, dopodiché sono aperti i possibili scenari. Se non c'è un uscente ricandidabile, bisognerà sedersi attorno a un tavolo e trovare la quadratura del cerchio".

Ma non c'è alcuna fretta, secondo il senatore: "I tempi non ci impongono di essere tempestivi. Siamo convinti di avere una classe dirigente con persone e figure che rispondono ai requisiti giusti. Luca De Carlo sicuramente è uno di queste. Il confronto tra i leader delle forze politiche del centrodestra poterà sicuramente a una sintesi", promette Speranzon.

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