cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 02:01
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

21 ottobre 2016 | 09.58
LETTURA: 5 minuti

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"È vero, la Ue va male. A livello politico abbiamo un processo strisciante di debolezza delle istituzioni europee, ma se penso ad altri punti caldi, come il Mare cinese meridionale o il Medio Oriente, ho l’impressione che quelli siano focolai più preoccupanti". Così, intervistato da 'La Stampa, l'economista Daniel Gros.

Secondo Gros "è vero che ci sono dei rischi in Europa, ma non vedo rischi di una crisi acuta o di un ripetersi di una crisi come quella di alcuni anni fa. L’economia dell’Eurozona non va in fondo tanto male come molti pensano. Ci sono sacche di altissima disoccupazione, ma se guardiano alla media, non risulta molto peggiore degli Usa".

"Nel caso delle consegne, che poi è quello di Foodora, è inaccettabile che gli strumenti di lavoro siano tutti a carico del collaboratore. Penso poi che si tratti di forme di lavoro subordinato tradizionale, che invece le aziende ribaltano scaricando tutti i rischi sul lavoratore stesso. Il quale, tanto per fare un esempio, se si ammala perché è stato sotto la pioggia a fare consegne non ha alcuna forma di protezione, oltre a perdere altre ore di lavoro e dunque di possibile guadagno". Così, intervistato da 'L'Unità', Massimo Bonini, segretario generale della Cgil di Milano, sulla protesta in corso nell'azienda Foodora.

"Ma a fare impresa così -continua Bonini- sono capaci tutti. E dunque: chi controlla la salute di questi “collaboratori”, e in generale la loro sicurezza? Che tutele hanno nel caso di una contrapposizione con l’azienda? Nel caso di Foodora direi nessuna, visto che si viene lasciati a casa via chat. Riassumendo: sarà anche un impiego part time per la maggior parte di chi lo sceglie. Ma è sempre lavoro, e come tale -conclude Bonini- va regolamentato".

"Il testo della nuova legge sull'editoria ha molte luci e qualche ombra e do atto al sottosegretario Luca Lotti e al Parlamento per la disponibilità dimostrata nel cogliere le nostre istanze. Il punto è che nessun settore può reggere al crollo che ho descritto solo con il taglio dei costi fatto in questi anni. Servono interventi strutturali, che la legge prevede, ma che bisogna concretizzare". Così, intervistato da 'La Stampa', il presidente della Fieg, Maurizio Costa.

Con il sostegno alla ristrutturazione delle società editoriali, spiega Costa, proponiamo "un cambiamento del modello organizzativo per favorire un ricambio generazionale. Idealmente vuol dire continuare sulla strada aperta dal decreto del 2014, quello del rapporto di una assunzione ogni tre prepensionamenti, che ha registrato oltre 1000 ingressi nelle aziende. Dal punto di vista pratico significa sbloccare tutti i prepensionamenti da tempo in stand by secondo i criteri vigenti e sui nuovi definire un diverso meccanismo, una sorta di Ape dell’editoria".

"Interventi legislativi che aumentino la flessibilità in entrata ed in uscita dal sistema della previdenza integrativa si collocano nel quadro più ampio di revisione del sistema previdenziale che è stato avviato in Italia a partire dalla prima metà degli anni 90 del secolo scorso". Così, intervistato dal 'Sole 24 ore', Mario Padula, presidente della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione.

Per Padula "è difficile fare delle previsioni, in attesa di conoscere tutti i dettagli dell’intervento. Per quello che ci compete siamo in condizione di fornire al decisore politico gli elementi informativi, e in particolare -conclude Padula- i dati amministrativi sui flussi di iscritti che matureranno i requisiti per l’accesso alla prestazione obbligatoria nei prossimi anni, su cui basare delle previsioni".

"In verità è dal 2011 che abbiamo iniziato a dare una particolare attenzione alla problematica dell'occupazione giovanile, con varie iniziative denominate 'Young First', perché ci siamo accorti che la crisi iniziata a fine 2008 stava riversando proprio su di loro i suoi effetti più pesanti, facendo schizzare ad oltre il 40% il tasso di disoccupazione giovanile". Così, intervistato da 'Libero', il presidente di Gi Group, Stefano Colli Lanzi, sulle iniziative dell'agenzia per il lavoro.

"E purtroppo credo che dovremo mantenere -continua- questa attenzione prioritaria ancora per lungo tempo: i tassi di abbandono scolastico e il numero di neet (giovani che non studiano, non lavorano e non sono in cercxa di un' occupazione, ndr) richiederanno anni di duro lavoro per essere riassorbiti, e soprattutto per sconfiggere le cause strutturali della loro generazione".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza