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Renzi annuncia riforma fisco il 20 febbraio e promette: 'Berlusconi sconterà tutta la pena'

07 gennaio 2015 | 09.24
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Il premier rilancia l'agenda del governo sulla sua prima enews del 2015 dopo la bufera sulla norma 'salva-Silvio': 'Faremo un sistema fiscale semplice, chiaro e trasparente'. La minoranza Pd non ci sta. Per Fassina 'propaganda indecente', ma Orfini invita a non parlare di complotti: 'La norma è inaccettabile, però, tutto il corredo di interpretazioni complottistiche intorno alla presunta volontà di inciucio con Berlusconi'.

Il premier Matteo Renzi
Il premier Matteo Renzi

''Berlusconi sconterà la sua pena fino all'ultimo giorno''. Matteo Renzi promette che il suo governo non farà mai norme ad personam e annuncia che il 20 febbraio tutti i decreti delegati sul fisco saranno portati al Consiglio dei ministri, a cominciare da quello al centro delle polemiche per il 'codicillo' salva-Berlusconi. Il premier vuol evitare l'effetto boomerang, soprattutto sul percorso delle riforme, ora che si apre la partita decisiva sull'Italicum. Sullo sfondo c'è sempre il great game del Quirinale e, ragionano nel Pd, meglio sgomberare il campo da ogni equivoco. Per questo il premier precisa nella sua prima enews del 2015, scritta ieri sera: ''Non facciamo norme ad personam, nè contra personam".

E ribadisce l'obiettivo del governo: "Noi vogliamo un fisco semplice, chiaro, trasparente. Il contrario di come è costruito il sistema italiano". Sul rinvio della riforma fiscale, però, insorge la minoranza dem. Da Stefano Fassina (''Si tratta solo di propaganda indecente") ad Alfredo D'Attorre (''Si tratta di una decisione sbagliata che rischia di aumentare fortemente polemiche e sospetti anche in vista dell'elezione del presidente della Repubblica"). Oggi pomeriggio Renzi vedrà i suoi deputati e cercherà di serrare i ranghi in vista dell'imminente scadenza sulla riforma elettorale.

Il clima interno al Pd, dunque, resta molto teso, ma Matteo Orfini, presidente Pd, stamane usa toni concilianti: ''Sull’ormai famoso decreto fiscale del 3 per cento è evidente che l’errore è stato corretto non appena è stato individuato. Non è esaltante, ma può accadere che un decreto esca male. E' inaccettabile, però, tutto il corredo di interpretazioni complottistiche intorno alla presunta volontà di inciucio con Berlusconi''.

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