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Riforme: Cusumano, scene Senato e mortadella pagine più buie politica

07 ottobre 2015 | 17.35
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L'ex senatore Nuccio Cusumano
L'ex senatore Nuccio Cusumano

"Vuole sapere la verità? Provo un profondo disagio per le scene che ho visto negli ultimi giorni in tv nei palazzi della politica. E' la riproposizione di un Parlamento che anche nella Prima Repubblica ha vissuto momenti bui di degrado e di cadute di stile e che oggi si ripropone in presenza di una crisi della politica e di una rappresentanza dei partiti. Con la mortadella sventolata dal senatore Strano è una della pagine più buie della politica". Nuccio Cusumano, ex sottosegretario al Tesoro e per dodici anni seduto tra gli scranni di Palazzo Madama, commenta con l'Adnkronos le scene volgari andate in scena negli ultimi al Senato con la sospensione dei senatori verdiniani D'Anna e Barani.

"Alla base di tutto - spiega Cusumano all'Adnkronos - c'è l'incompiuta operazione, da parte dei partiti, di compilare liste nel segno della storia delle persone, della loro preparazione, del loro garbo e dello stile. Tutti ingredienti che dovrebbero essere alla base della costruzione di una rappresentanza parlamentare qualificata, ad alto livello. Tutto ciò non significa che nei gruppi parlamentari non ci siano persone qualificate, ma c'è una minoranza rissosa e incolta che può alimentare una idea di un Parlamento trasformato in cortile, che è l'esatto contrario della rappresentanza che si aspettano i cittadini. Tutto ciò comporta una distanza siderale tra le istituzioni e il paese reale e agevola forti pulsioni populistiche ed eversive che sono l'anticamera di svolte che nessuno si augura ma che possono essere dietro l'angolo. Si è arrivati a questo punto per un percorso che ha fortemente compromesso la dimensione dei partiti e il loro profilo politico e organizzativo che prima rappresentava un sicuro presidio per la qualità della rappresentanza".

'Ma quelle immagini non vanno amplificate oltremisura, darebbero sfogo a pulsioni non democratiche'

Ma l'ex senatore Cusumano non è scoraggiato perché sono "immagini che non vanno amplificate oltremisura, perché darebbero sfogo a quelle pulsioni non in linea con una democrazia compiuta e penso che sia patrimonio della maggioranza degli italiani". "Io, ad esempio, fui colpito dal cappio sventolato dai leghisti e dalle manette dei deputati del Msi, era una sorta di giustizialismo intriso di propaganda che segnava la fine della Prima repubblica per arrivare alla penultima legislatura con lo champagne e la mortadella per festeggiare la caduta del Governo Prodi, quella è stata una delle pagine più buie della Repubblica. Messe insieme, con la vicenda Barani, rappresentano un parallelo da rimuovere e non recuperare nei libri di storia, sarebbero un pessimo veicolo di formazione delle nove generazioni".

Durante la seduta del Senato del 24 gennaio 2008, chiamato ad esporre la propria dichiarazione di voto circa l'assegnazione della fiducia al Governo Prodi, affermò, benché l'Udeur avesse scelto collegialmente di negare la fiducia, di decidere di votare a favore "in solitudine, con la mia libertà, con la mia coerenza, senza prigionie politiche, ma con la esaltante prigionia delle mie idee". A seguito di un violento attacco verbale e fisico giunto in risposta alle sue parole e che aveva visto coinvolti numerosi senatori nonché il compagno di partito Tommaso Barbato, Cusumano accusò un malore che lo costrinse ad abbandonare l'aula in barella. Come conseguenza della sua presa di posizione in contrasto con le linee dell'Udeur, nel corso della stessa seduta Cusumano fu stato espulso dal partito "per indegnità".

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