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Riforme: nuovo Senato e Titolo V, i punti centrali della svolta

19 giugno 2014 | 20.38
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A piccoli passi verso la meta. Tra i lavori in commissione Affari costituzionali e le consultazioni politiche tra il ministro delle Riforme e i plenipotenziari dei partiti maggiormente coinvolti di maggioranza e opposizione, la svolta formale potrebbe arrivare tra domani e lunedì con il deposito degli emendamenti al testo base del governo sulle riforme da parte dei relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli.

Da quello che emerge finora, sul Titolo V vi sarebbe un recupero di competenze per le regioni e questo rappresenterebbe un elemento particolarmente gradito alla Lega (e non sgradito al Pd) mentre sul fronte del nuovo Senato si andrebbe verso una riduzione della proporzione di sindaci-senatori, che sarebbero un terzo a fronte di due terzi di consiglieri regionali. Il Senato (pur non partecipando al rapporto fiduciario con il governo) avrebbe voce in capitolo oltre che sulla legislazione nazionale anche su quella europea (con un occhio sulla questione dei fondi comunitari).

Sul versante della composizione, prende quota il modello del Bundesrat (Consiglio federale) che in Germania rappresenta i Laender, con componenti delegati dai governi degli stessi, mentre nella 'variante' italiana i componenti del Senato sarebbero eletti dai consiglieri regionali. Ci sono, inoltre, altre ipotesi in campo, come l'introduzione del principio in Costituzione del rispetto dei costi standard per le regioni a fini di salvaguardia dei conti pubblici mentre si cercherebbe di individuare lo strumento migliore per limitare, o non estendere, le possibili nuove fonti di contezioso a carico della Corte Costituzionale.

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