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Rivelazioni dell’ex ministro Geithner, parla il Quirinale: "Mai informati di pressioni"

14 maggio 2014 | 19.26
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Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (foto Quirinale)
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (foto Quirinale)

Non si attenua l'onda delle polemiche innescate dalle rivelazioni dell'ex segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, sul presunto complotto che nel 2011 sarebbe stato ordito ai danni del governo guidato da Berlusconi. Sulla vicenda interviene il Quirinale, spiegando che nulla "su pressioni e coartazioni subite dal Presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati fu mai portato a conoscenza del Capo dello Stato". Dal Colle si sottolinea che "le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi, e già preannunciate l'8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani".

Il Quirinale spiega inoltre che gli episodi 'rivelati' dall'ex segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti "sono relativi a riunioni, tenutesi nell'autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il presidente della Repubblica italiana - al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi - non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo".

Forza Italia rimane sul piede di guerra e fa quadrato attorno al suo leader, che in serata è intervenuto in un comizio a Roma. "Sono venuto qui per farmi tirare su di morale da voi, perchè non abbiamo particolari motivi per essere sereni e tranquilli, ma abbiamo molti, molti motivi per essere delusi, disgustati, forse qualcuno rassegnato, furiosi ed esasperati, per quello che è successo in questi primi cento giorni di governo e segnatamente per quello che è successo ieri" ha detto Berlusconi. "Credevo -ha proseguito l'ex premier- che una notizia del genere avrebbe dovuto trovare spazio in prima pagina nei nostri quotidiani. Che ci possiamo aspettare ancora da questo Paese? da vent'anni siamo qui a combattere per la libertà, abbiamo dovuto sopportare quattro colpi di Stato".

Dagli Usa l'ex ministro conferma quanto scritto nel suo 'Stress test', riguardo alle presunte 'manovre' di "funzionari" europei nei confronti di Silvio Berlusconi. Il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, ha presentato oggi una proposta di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta. E il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, non esclude di aderire alla proposta.

Convinto che non si sia trattato di un complotto Massimo D'Alema. ''Nessun complotto contro Berlusconi, e' venuta meno la sua maggioranza. Che poi in Europa ci fossero capi di Stato o di governo che pensassero che fosse un danno per l'Unione Europea, è comprensibile perché in effetti era così: ma non c'è stato nessun colpo di stato con i carri armati', ha detto parlando a Firenze a margine della presentazione del suo libro 'Non solo euro'.

A stretto giro la replica del senatore di Forza Italia Altero Matteoli. "D'Alema, che è stato maestro di manovre di palazzo, sa bene che non servivano i carri armati nel 2011 per far dimettere il governo. Sono state sufficienti le manovre sollecitate dai suoi amici e ordite in combutta, e senza provare ribrezzo o schifo alcuno, con chi proveniva dalla destra per sostituire Berlusconi mai sfiduciato in Parlamento con un tecnico e poi con altri due governi, Letta e Renzi, non scelti dagli italiani. C'è al fondo di quanto riprova ora Geithner un problema serissimo sulla qualità della democrazia che non può essere eluso o considerato, con nonchalance, superato o tema del passato".

"Parlare di complottismo è sempre molto affascinante, soprattutto quando si pubblicano libri", ha detto il ministro dell'Istruzione e candidata alle Elezioni Ue per Scelta Europea, Stefania Giannini. "Io ricordo bene - dice - da cittadina, quelli che erano i fatti: c'era una reputazione dell'Italia ai minimi storici, oltre a una situazione economica e una disgregazione politica sull'orlo del precipizio. Il governo tecnico di Monti è stato chiamato per questo, è stato il risultato di un salvataggio in extremis, con tutte le imperfezioni che quel governo ha lasciato. Mi fermo a questo - conclude Giannini - se poi oltre alle suggestioni giornalistiche verranno fuori dei fatti, non è compito mio accertarli".

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