"L'apertura del nomenclatore tariffario: estensione dell’erogabilità delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale, pone alla sanità̀ privata un problema che non attiene al lato economico, bensì al rapporto e alla cura del cittadino. Allargare l’elenco delle prestazioni 'convenzionate', illude i pazienti che sia garantita una migliore assistenza, ma l'invarianza di budget gliene precluderà comunque l’accesso, perché i fondi saranno più rapidamente esauriti per aumento della domanda". Lo sottolinea Valter Rufini, presidente dell'Associazione regionale delle istituzioni sanitarie ambulatoriali private (Anisap) del Lazio.
"Ciò potrà solo determinare un aumento generale dei 'non soddisfatti' - evidenzia Rufini - che riceveranno una corretta diagnosi solo a pagamento, anche per quelle patologie che si riusciva sinora a coprire. Del resto sarebbe illegittimo che la sanità privata procedesse a una 'ripartizione' del budget sulla base di criteri unilaterali (per quanto condivisibili) di priorità. Unica scelta possibile è quella della erogazione di prestazioni convenzionate a 'sportello': fino a esaurimento del budget ma con le conseguenze già dette, oppure di creare ulteriori liste d’attesa, non solo per le prestazioni già̀ sottoposte come quelle di diagnostica per immagini, ma anche delle prestazioni normalmente ad accesso diretto, come quelle del laboratorio d’analisi, con inevitabili ripercussioni sui cittadini".