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I social network possono essere 'medicina' contro anoressia

26 marzo 2016 | 15.18
LETTURA: 2 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Dopo il caso della giovane Haley Harris, la 23 enne britannica che ha sconfitto l'anoressia soprattutto grazie all'aiuto dei social network e dei propri followers, sostenendo che questo approccio abbia rappresentato una "terapia incredibile", la psichiatra Sara Bertelli (fondatrice dell’Associazione Nutrimente Onlus) spiega che "i social network rappresentano un mezzo necessario nella lotta contro i disturbi alimentari e - osserva - è fondamentale promuovere campagne di sensibilizzazione sull'alimentazione".

"Oggi i disturbi alimentari si presentano già a partire dagli 11 anni – afferma Bertelli - con un'incidenza per anoressia nervosa tra lo 0,2 e lo 0,8%, bulimia nervosa intorno al 3% e disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (Dca-Naa) tra il 3,7 e il 6,4%. Questi disturbi sono la seconda causa di morte negli adolescenti dopo gli incidenti stradali".

Secondo la psichiatra "è sempre più forte la necessità di condividere queste storie e utilizzare i social network come strumenti per divulgare la possibilità di guarigione, utilizzando il linguaggio dei giovani che sono la popolazione a rischio. Nell'ultimo anno sono stati pubblicati diversi articoli come testimonianze di ragazze che si sono create un account Istagram con lo scopo di condividere il loro duro percorso di guarigione".

"Sotto le foto - conclude - compaiono vere dichiarazioni di sofferenza, dubbi, ricerca di supporto o obiettivi raggiunti, che trovano risposta in una comunità di followers che partecipa commentando e incoraggiando le ragazze a continuare la loro risalita verso la guarigione”.

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