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Create fave non ogm, missione cancellare il favismo

28 aprile 2018 | 19.54
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Piante di fave (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Piante di fave (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Hanno lo stesso sapore e le stesse caratteristiche delle normali fave. Ma un enorme vantaggio: non sono tossiche per le persone a rischio favismo, ovvero quei soggetti con il difetto genetico di enzima più frequente al mondo (carenti di G6PD), 400 milioni su tutto il pianeta, che rischiano crisi faviche consumando il legume fresco.

A realizzare questa 'rivoluzione' che potrebbe cancellare la patologia, un gruppo di lavoro composto dai ricercatori del Dipartimento di oncologia dell'Università di Torino coordinati dal biochimico Paolo Arese, l'equipe sarda guidata dal primario del Laboratorio analisi di Alghero Luigi Felice Simula e l’équipe guidata da Gérard Duc dell'Inra, l'Istituto nazionale della ricerca agronomica di Digione che ha materialmente selezionato le fave non tossiche e non ogm. Il lavoro è stato pubblicato sul numero di aprile Blood.

In Italia la carenza dell'enzima glucoso-6-fosfato deidrogenasi è concentrata in alcune aree specifiche del Paese: il Delta del Po, la Maremma, le coste dell'Italia centrale e Meridionale e la Sicilia. Ma in particolare in Sardegna, dove oltre il 12% dei maschi è g6pd carente. Lo screening neonatale, e la conseguente prevenzione nelle persone a rischio che sanno di non dover mangiare fave fresche, ha praticamente azzerato le crisi faviche. Ma questa ricerca potrebbe cancellare completamente il pericolo, con la diffusione di una pianta non tossica.

"I dati di questo studio - ha spiegato all'Adnkronos Salute Paolo Arese - sono molto convincenti. Abbiamo testato le fave non tossiche su 7 maschi completamente carenti e 9 donne eterozigoti (con parziale carenza). Queste persone hanno assunto quantità da 5 a 10 volte superiori alle dosi pericolose: mezzo chilo di fave. E non ci sono stati segni di crisi emolitiche".

Le fave, al momento, sono state prodotte a livello sperimentale. "Ma speriamo possano essere prodotte e commercializzate, sostituendo quelle attuali, anche perché hanno le stesse caratteristiche, lo stesso sapore e non sono ogm", ha concluso Arese sottolineando che non saranno brevettate e l'equipe francese è disponibile a distribuire i semi gratuitamente.

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