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Bisognini abbandonati? Carmagnola 'scheda' 5 mila cani

07 novembre 2018 | 15.24
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Bisognini abbandonati? Carmagnola 'scheda' 5 mila cani

Il cane ha lasciato per strada un 'bisognino' che il suo padrone non ha raccolto? Lo identificherà il Dna, per risalire al proprietario e multarlo. E' il progetto 'Con il Dna di Fido, io mi fido!', ideato dal Comune di Carmagnola, seconda città per estensione della provincia di Torino, che agirà in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. L'iniziativa interesserà i circa 5 mila quattrozampe residenti sul territorio comunale e verrà presentata alla cittadinanza domani 8 novembre, alle 20.45 presso la Biblioteca Comunale.

"L'originale ricerca, sostenuta economicamente in gran parte dalla Derichebourg, la ditta che cura la raccolta dei rifiuti - spiegano i promotori - ha lo scopo di incentivare la raccolta delle deiezioni canine, contrastando la cattiva abitudine di non raccoglierle". Un "esempio virtuoso di collaborazione tra enti pubblici, a vantaggio del benessere del la popolazione".

I prelievi, "obbligatori" e "non invasivi", saranno eseguiti attraverso un tampone salivare presso il canile comunale di Carmagnola e gli studi veterinari della città che aderiranno all'iniziativa, mentre l'analisi del Dna sarà a cura del Laboratorio di genetica dello Zooprofilattico, diretto da Pierluigi Acutis. "Il tutto sarà gratuito per i proprietari fino al 31 ottobre 2019".

"Il problema della mancata raccolta delle deiezioni canine è molto sentito dai cittadini, soprattutto dalle mamme e in particolare nei parchi giochi per bambini e nelle vie del centro storico - afferma l'assessore all'Igiene urbana Massimiliano Pampaloni, che ha voluto il progetto - Abbiamo deciso di intervenire con una soluzione straordinaria, innovativa ed efficace, creando un metodo che potrà essere facilmente adottato da ogni Comune italiano che ne senta l'esigenza".

"Molteplici" gli aspetti positivi dell'iniziativa, evidenziano dal Comune: "Si tutela la salute pubblica, si risolve un problema di decoro urbano e si rendono rintracciabili i cani in ogni circostanza". Ma "l'aspetto più importante è certamente quello della tutela della salute umana e animale", dichiara la direttrice generale dell'Istituto zooprofilattico, Maria Caramelli: "Il nostro contributo scientifico è quello di mettere l'analisi genetica al servizio della lotta alle malattie degli animali, in particolare quelle trasmissibili all'uomo come le parassitosi, in significativo aumento".

Il profilo genetico di ciascun cane, "una specie di impronta digitale", verrà inserito in una banca dati; consentirà di "sanzionare il proprietario che non ha raccolto le deiezioni", ma sarà anche "prezioso per identificare l'animale in caso di furto o smarrimento, qualora il microchip non fosse più leggibile, o nell'accertamento delle parentele".

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