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Ricerca: veleni serpenti sempre più tossici ed è caccia a nuovi antidoti

14 settembre 2015 | 14.59
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(foto Iberpress)
(foto Iberpress)

Un nemico sempre più temibile. Sebbene la vittima più celebre del morso letale di un serpente sia rimasta nell'immaginario collettivo Cleopatra, secondo gli esperti è oggi più che mai che un faccia a faccia con questi rettili deve far paura. Se, infatti, il veleno prodotto dai loro antenati era relativamente semplice, la ricerca suggerisce che nel tempo, di generazione in generazione, il liquido letale si sia diversificato. E oggi i veleni sono diventati più complessi e più tossici. Un'evoluzione aggravata dal fatto che gli 'antidoti' che hanno dimostrato di essere sicuri ed efficaci sono rari e uno dei migliori della categoria si sta esaurendo, come ha denunciato di recente anche Medici senza frontiere.

Secondo le statistiche disponibili sono circa 100 mila le persone che nel mondo ogni anno muoiono per effetto di questi veleni. Tanto che l'Organizzazione mondiale della sanità ha da tempo inserito il morso dei serpenti nella sua lista delle malattie tropicali 'neglette'. La corsa a nuovi antidoti è già scattata. Fra i gruppi a caccia c'è un team della Liverpool School of Tropical Medicine, impegnato nella raccolta di veleno da diverse specie di serpenti letali con l'obiettivo di sviluppare una nuova generazione di trattamenti per contrastare gli effetti di tutti i rettili più pericolosi dell'Africa Subsahariana, dove i morti sono circa 30 mila l'anno. Gli esperti, secondo quanto riporta la Bbc online, sono ancora incerti se un singolo anti-veleno universale - che agisca contro molti tipi di veleno da diversi serpenti - sia meglio di antidoti separati che prendono di mira specifiche specie in determinate regioni.

L'unica certezza, spiegano gli studiosi del fenomeno, è che i serpenti provocano più danni e più morti di qualsiasi altro animale velenoso, come ragni, scorpioni o meduse. E questo perché sono presenti in ampie aree del pianeta. Non solo nelle zone rurali, tropicali, come l'Africa subsahariana e l'Asia sud-orientale, ma anche in Australia e Nord America. Si nascondono nel terreno, molte volte talmente camuffati da essere invisibili, e colpiscono.

Le vittime sono spesso ignari agricoltori e lavoratori rurali, ma anche bambini piccoli. Fino a 5 milioni di persone hanno sperimentato il morso di un serpente. Se 100 mila non sopravvivono, altri 400 mila restano disabili o sfigurati. Ma i numeri potrebbero essere ben più grandi, perché molti dei paesi più colpiti non raccolgono i dati sul fenomeno e la ricerca su questo fronte resta scarsa.

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