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Boom di furti in farmacia: 830 nel 2018

29 novembre 2018 | 09.22
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Interno di una farmacia - FOTOGRAMMA
Interno di una farmacia - FOTOGRAMMA

A far gola ai criminali non è più solo il contenuto della cassa, ma anche i medicinali sugli scaffali, spesso dai costi a molti zeri. "A fronte del calo delle rapine in farmacia, si registra in tutta Italia un forte aumento dei furti: nel 2017 erano stati circa 700 mentre quest'anno sono già 830". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Roberto Tobia, tesoriere di Federfarma nazionale, citando gli ultimi dati del Centro di ricerca dell'Abi sulla sicurezza anticrimine Ossif. Un fenomeno, quello dell'aumento dei furti in farmacia a opera della 'banda del buco' segnalato in questi giorni da Ferderfarma Roma, e "in controtendenza rispetto a banche, tabaccai e uffici postali", sottolinea Tobia.

Insomma, le farmacie italiane sembrano più colpite rispetto ad altri esercizi, ma perchè? "La mia idea - dice l'esperto - è che il codice penale più severo per le rapine a mano armata abbia contribuito alla frenata di questo reato. Con il furto invece si rischia meno e si guadagna di più: in questi casi infatti non è solo l'incasso" a prendere il volo, "ma anche i farmaci, che vengono dirottati su canali alternativi. Prima i furti di medicinali in ospedale e in farmacia finivano spesso per 'alimentare' le necessità, ad esempio, delle corse di cavallo clandestine. Oggi si ruba il farmaco etico, che viene commercializzato al di fuori del circuito autorizzato". A parlare sono i numeri: "Solo a Roma da febbraio a novembre sono stati rubati farmaci per oltre 900 mila euro, il che lascia pensare che ci sia ormai un business".

E quello di Roma non è un nome a caso. Questo tipo di furti "sono più comuni, infatti, nelle grandi città". L'idea di Tobia è che i medicinali rubati spesso finiscano "all'estero, soprattutto in Paesi sottoposti a embargo" o che fanno fatica ad accedere ai farmaci in maniera legale. Insomma, le farmacie sembrano essere diventate vittime di una criminalità in cerca di un canale di approvvigionamento alternativo dei medicinali.

"Per noi si tratta di un grosso danno economico, anche perché la farmacia può essere o meno assicurata, e non è detto che l'assicurazione rimborsi totalmente il farmacista", dice Tobia. C'è poi la questione del destino di questi medicinali, che dal momento in cui escono dalla farmacia perdono le condizioni ottimali di conservazione che ne assicurano sicurezza e qualità.

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