Roma, 6 mar. (Adnkronos Salute) - "La Cgil è convinta da tempo della necessità di una riforma della Croce rossa italiana che migliori l'efficienza del servizio e impedisca sprechi e distorsioni gestionali, ma la legge 178/2012 sta chiaramente fallendo l'obiettivo. Per due motivi fondamentali: non si riescono a trasferire i servizi sanitari e socio-sanitari dalla Cri al Ssn; oltre 3.000 lavoratrici e lavoratori necessari per portare avanti i servizi, di cui 1.500 precari, subiranno una pesante riduzione del salario o perderanno il posto di lavoro". Ad affermarlo sono Vera Lamonica e Rossana Dettori, segretaria nazionale Cgil e segretaria generale Fp-Cgil nazionale, che lanciano l'allarme in merito alla riorganizzazione della Cri.
"La riduzione del trattamento economico, per i lavoratori che accetteranno il nuovo contratto dell'associazione Croce rossa privatizzata, sarà infatti del 30%. Un caso simile a quello Electrolux, ma questa volta nel settore pubblico. Il personale di ruolo - continuano le due sindacaliste - se non dovesse accettare il nuovo contratto, avrebbe davanti due possibilità: un difficile se non impossibile percorso di mobilità verso altre amministrazioni o, dopo due anni, il licenziamento. Nessuna certezza per il personale precario, in alcuni casi in organico da decenni e necessario alla stessa sussistenza dei servizi". (segue)