(Adnkronos Salute) - Deve essere fatta, secondo il Carroccio, anche una corretta informazione ai cittadini perché spesso non sanno di avere queste opportunità. Gli effetti, continua Rizzi, sarebbero quelli di "accorciare le liste d'attesa da un lato e, dall'altro, di rispondere alle esigenze dei cittadini", che potrebbero così conciliare più facilmente eventuali necessità sanitarie con gli impegni lavorativi. "Basta mettere in campo alcuni accorgimenti per aumentare l'arco temporale delle prestazioni".
"Noi proponiamo di usare in maniera diversa la parte variabile degli stipendi degli operatori sanitari, legata a obiettivi specifici. Molto spesso la si usa per altre attività, per esempio per le sale operatorie, ma in questo momento ci sembra che la necessità prioritaria sia quella di abbattere i tempi per le prime visite e per gli esami necessari ad avere una diagnosi. Si avrebbe uno spartiacque fra le situazioni gravi e urgenti e quelle che si possono dilazionare serenamente. Ma non chiediamo di stanziare risorse aggiuntive. Si tratta di azioni cosiddette 'isorisorse', un risultato ottenibile utilizzando diversamente i fondi già disponibili per gli incentivi", tiene a precisare Rizzi rispondendo alle osservazioni del Pd che rivendica anche di aver chiesto già lo scorso ottobre di seguire il modello partito dal Veneto e poi utilizzato in altre regioni come la Puglia.
Tra le file del Partito democratico è stata infatti Sara Valmaggi, vice presidente del Consiglio regionale, a far notare che "la Regione Veneto, per allargare gli orari delle prestazioni diagnostiche e ambulatoriali, lo scorso anno ha messo a bilancio risorse aggiuntive per 30 milioni di euro. La Giunta lombarda solo pochi mesi fa ha fatto invece un'altra scelta: ha deciso di spendere 25 milioni di euro per comprare pacchetti di prestazioni a strutture private per allargare l'offerta, allo stesso scopo di abbattere le liste d'attesa".
