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Scuola, dove va misurata la temperatura?

11 settembre 2020 | 11.33
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Il ministero dell'Istruzione pronto a impugnare l’ordinanza del presidente del Piemonte Cirio sulla misurazione agli studenti anche a scuola. Azzolina: "‘Non si possono cambiare regole come fosse un gioco". Ma il dibattito, che vede le Regioni spingere su verifiche da fare anche nell'istituto, è aperto. Farnetani: "No a controllo febbre a casa, si rischia 'effetto pidocchi'"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Ne abbiamo parlato, è il ministero della Salute che potrebbe impugnare, non escludo si deciderà nelle prossime ore". Così la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in visita ufficiale a Biella a proposito dell’ordinanza del presidente del Piemonte, Alberto Cirio, sulla misurazione della temperatura agli studenti anche a scuola.

"Credo non si possa quattro giorni prima della riapertura delle scuole cambiare le regole come fosse un gioco. Ci vuole rispetto e fiducia per le famiglie, per i dirigenti scolastici che hanno fatto un lavoro eccezionale, per i cittadini piemontesi", ha aggiunto Azzolina.

"A fine giugno - ha spiegato Azzolina - abbiamo approvato delle linee guida insieme a tutte le Regioni, Piemonte compreso, dove il Cts , il Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute ha detto chiaramente che la misurazione della temperatura va fatta a casa anche per evitare che studenti già contagiati vadano sugli autobus e contagino gli altri, queste solo le regole nazionali".

Dove debba essere misurata la temperatura - solo a casa dai genitori o anche a scuola - sta sollevando una nuova questione nell'ambito del rientro a scuola.

La temperatura degli studenti deve essere misurata a casa, è fondamentale la collaborazione delle famiglie. Ne è convinto Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione Nazionale presidi che all'Adnkronos spiega: "Su queste misure non è opportuno dividersi ed avere approcci differenziati; credo che sia sempre necessario, tanto più in momenti come questo, il rispetto dei protocolli nazionali validati dalle autorità istituzionalmente preposte". "Non mi pronuncio naturalmente sugli aspetti di natura sanitaria della misura, in quanto già autorevolmente valutati dal Cts. Ritengo quindi che la misurazione della temperatura - sottolinea Giannelli - debba essere effettuata quotidianamente dalle famiglie la cui collaborazione è fondamentale per il successo della ripresa delle lezioni”.

Non la pensa allo stesso modo il pediatra Italo Farnetani, docente alla Libera Università Ludes di Malta, il quale sul dibattito del controllo della temperatura degli alunni, che vede le Regioni spingere su verifiche da fare a scuola dice: "La febbre va misurata a scuola, tutti i giorni, prima dell'ingresso. Proprio come avviene in aeroporti, uffici ed esercizi commerciali. Non per sfiducia nei confronti delle famiglie, ma perché al momento di uscire per andare a scuola manca il tempo, i bambini e i genitori vanno di fretta e si potrebbero creare errori od omissioni. Ce lo dice il fenomeno dei pidocchi".

E' d'accordo il virologo Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia all'università di Padova, intervenuto ad 'Agorà' su RaiTre: "Far misurare la febbre a 8 milioni di famiglie con termometri diversi non è una procedura che porta alla chiarezza. Penso che si sarebbe dovuto misurare la temperatura a scuola con sistemi automatici ed efficienti che sono disponibili".

"La misurazione della febbre a mio avviso non può essere fatta solo a casa. Andrebbe effettuata anche a scuola e lo ripeto da tempo. Dire di farlo a solo a casa è una scorciatoia, non dà le stesse garanzie e scarica sul genitore, sull'utenza, tutta una responsabilità e funzione che credo vada condivisa e non attribuita". E' il monito di Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco-università degli Studi di Milano, sentito dall'Adnkronos Salute.

"La febbre a bambini e adolescenti va misurata sempre a casa, mentre farlo a scuola è un di più". Replica invece il virologo dell'Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco che attraverso l'Adnkronos Salute interviene sul tema alla vigilia della ripresa dell'attività scolastica. "Farlo solo a scuola comporta una serie di problemi e tra l'altro non consentirebbe di individuare i bimbi 'infarciti' di paracetamolo dalle mamme. Mentre un controllo a casa permette di evitare l'arrivo di alunni febbricitanti negli istituti scolastici", conclude il virologo.

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