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Scuola, primo sì alla Camera. Giannini: "Si attua l'autonomia". Oggi sindacati in piazza

15 maggio 2015 | 14.33
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Ripresa seduta alla Camera dopo la sospensione per consentire ai parlamentari di partecipare alla manifestazione al Pantheon (FOTO). Proteste contro Fassina e Malpezzi. Letta critica una riforma ''frettolosa" che "deve essere raddrizzata". Mons. Galantino (Cei): "No a muro contro muro". Renzi: "Discutiamo di tutto ma basta perdere tempo". Gilda: "Precettazione per blocco scrutini? Allora li faremo a oltranza"

(Infophoto)
(Infophoto)

Via libera dell'aula della Camera ai primi articoli del ddl di riforma della scuola. "Approvato art.1#Labuonascuola finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia", scrive in un primo tweet il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Nel pomeriggio arrivano i sì ai successivi articoli ma con un incidente di percorso: il governo va sotto per un errore tecnico. Mea culpa del presidente di turno Roberto Giachetti, che ammette l'errore ma non annulla il voto. Nel pomeriggio la Camera ha sospeso i lavori per un'ora per consentire ai deputati di unirsi alla manifestazione al Pantheon indetta dai sindacati.

All'incontro -un 'microfono aperto' contro il ddl inviso alle sigle sindacali- l'accoglienza non è stata delle migliori per i deputati del Pd, senza distinzione tra renziani e non (FOTO). Infatti sono state contestate Simona Malpezzi e Anna Ascani, vicine al premier; ma anche Stefano Fassina della minoranza dem. Uno che, anzi, ha legato la sua permanenza nel partito proprio alle modifiche al ddl sulla scuola. "La sinistra non si svende", gli hanno gridato.

"Faccio un appello ai miei colleghi di maggioranza e opposizione visto che il governo non ci ascolta. Al di là di come la pensa ciascuno -ha detto Fassina in piazza- la stragrande maggioranza dei docenti, studenti e tecnici sono contro questa riforma. Se ciò accade, anche se hai scritto le norme migliori del mondo, ti devi fermare. Fermiamoci finchè siamo in tempo". In tanti tra i parlamentari hanno risposto all'appello dei sindacati. Oltre agli esponenti del Pd, di maggioranza e minoranza, al Pantheon anche Sel, M5S, Fdi. Tra i docenti spunta anche il leader radicale Marco Pannella. Tra i volti noti c'è anche Gianni Cuperlo che si è fermato lungamente a parlare con alcuni manifestanti. Presenti i deputati di Sel guidati dal capogruppo alla Camera Arturo Scotto e non manca Pippo Civati, fuoriuscito dal Pd pochi giorni fa. Dopo il blitz dei parlamentari al Pantheon, i lavori in aula alla Camera sono ripresi alle 17,30. Subito dopo è stato approvato anche l'articolo 3, con 297 sì e 92 no.

Mentre è in corso con i tempi contingentati l'esame del ddl alla Camera, non teme sorprese al Senato (dove i numeri sono più stretti) il presidente della commissione Cultura del Senato Andrea Marcucci. "Scommetto sul senso di responsabilità dei gruppi - spiega il senatore del Pd all'Adnkronos - Chi volesse creare problemi a una legge che stanzia tre miliardi per la scuola e prevede l'immissione in ruolo di poco meno di 200mila professori (tra precari della Gae, concorso e delega sullo 0-6 anni) ne dovrebbe poi rispondere al Paese". Per il senatore del Pd, "anche il minacciato blocco degli scrutini non spaventa, contiamo non tanto sul Garante ma sul buon senso dei professori".

Enrico Letta ha criticato una riforma "fatta in maniera molto frettolosa". "Non si deve parlare di precettazioni (come in modo molto incauto si sta facendo), ma di dialogo per raddrizzare la riforma e renderla positiva. Mi sembra che la riforma della scuola sia partita con il piede sbagliato: le riforme vanno fatte per bene e non tanto per dire che si sono fatte", ha sottolineato l'ex premier.

Sulla questione interviene il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, spiegando che "non ci sarà alcuna precettazione" per il paventato 'blocco degli scrutini', "semplicemente perché conosciamo perfettamente la legge che regola gli scioperi nella scuola e i suoi limiti e non andremo quindi nemmeno un millimetro oltre la legge". Oltretutto, annuncia all'Adnkronos Di Meglio, "sul web si sta diffondendo un'idea alternativa, una sorta di 'sciopero al contrario'. Invece di scioperare si faranno gli scrutini in modo molto, molto scrupoloso determinando uno slittamento 'sine die' senza incorrere in alcun tipo di violazione della legge. In base al principio del 'legittimo dubbio' si può chiedere di rivedere tutti gli elaborati e le interrogazioni di ogni alunno protraendo così per giorni la discussione. Moltiplicando per tutti gli studenti di ogni singola classe il conto è presto fatto".

"Sono scelte che portano sofferenza, lavoro aggiuntivo o decurtazione delle giornate di sciopero - sottolinea Rino Di Meglio - Nessuno si sta divertendo ma stiamo assistendo a un sistema di violenza istituzionale. Il premier Renzi manda una letterina ai docenti, fa una 'lezione' alla lavagna e il giorno dopo la legge va alla Camera così com'è e non aprono la trattativa. Comunque - conclude - c'è ancora tempo per prendere questa decisione, è quindi saggio vedere, prima di fare scelte estreme, vedere se ci sono margini e cercare spazio per una trattativa".

Intanto dalla Chiesa arriva l'invito ad evitare "il muro contro muro sulla riforma della scuola". "Stiamo assistendo a questo tentativo di confronto e di dialogo", osserva monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, avvertendo che "alcune riforme, soprattutto quelle più importanti e nodali come quella della scuola, non possono vivere di colpi di scena o di colpi di maglio".

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