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Siria

"Se Turchia supererà limiti distruggerò sua economia"

08 ottobre 2019 | 07.19
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L'avvertimento di Trump. E il Pentagono ribadisce: "Non sosteniamo le operazioni in Siria". Il vice di Erdogan: "Non agiamo in base alle minacce"

(Afp)
(Afp)

"Come già ha affermato con forza precedentemente e adesso lo ripeto, se la Turchia farà qualcosa che, nella mia grande e impareggiabile saggezza, ritengo superi i limiti, io distruggerò totalmente e annienterò l'economia della Turchia (l'ho fatto prima!). Così su Twitter il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, di fronte alle polemiche sollevate dalla sua decisione di ritirare i soldati americani dal nord della Siria, lasciando mano libera ad Ankara per un'operazione contro i curdi. "Insieme all'Europa e ad altri devono controllare i combattenti dell'Is catturati e le famiglie - ha aggiunto -. Gli Stati Uniti hanno fatto più di chiunque ci si potesse aspettare, compresa la conquista del 100% del califfato. E' tempo adesso per gli altri nella regione, alcuni di grande ricchezza, proteggere il loro territorio. Gli Stati Uniti sono grandi".

Al presidente Usa replica il vice presidente turco Fuat Oktay: ''Il nostro messaggio alla comunità internazionale è chiaro. La Turchia non è un Paese che agisce in base alle minacce''.''Come ha sempre sottolineato il nostro presidente, la Turchia seguirà sempre la sua strada e prenderà in mano la situazione'', ha detto Oktay in un discorso ad Ankara. La Turchia ha da tempo espresso la volontà di creare una ''zona sicura'' lungo il suo confine con la Siria contro la minaccia curda e per permettere il ritorno di due milioni di rifugiati siriani.

"La Turchia - ha continuato Oktay in dichiarazioni riportate dal giornale Sabah - non accetterà la creazione di un corridoio del terrore o di uno stato del terrore al di là dei suoi confini in nessuna circostanza e a nessun costo". Nel suo intervento il vice presidente ha anche difeso la politica della Turchia, che ha già effettuato due operazioni militari nella vicina Siria e che si appresta a lanciarne una terza. "Abbiamo aperto facoltà e scuole superiori a Jarablus, al-Bab, Azaz e Afrin dopo che - ha rivendicato Oktay - con le nostre operazioni abbiamo portato pace e stabilità in queste zone". Venerdì è stata diffusa la notizia dell'apertura di tre facoltà dell'Università di Gaziantep ad Azaz, Afrin e al-Bab, dove si potrà studiare Scienze islamiche, Economia e Scienze economiche e dell'amministrazione.

Il Dipartimento della Difesa ha chiarito stamane alla Turchia che gli Usa non appoggiano un'operazione turca nella Siria settentrionale. "Le forze armate statunitensi non supporteranno o saranno coinvolte in tali operazioni", si legge in una nota diffusa dal portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffman, mentre l'artiglieria di Ankara avrebbe iniziato a bombardare obiettivi nel nord della Siria.

"Nelle conversazioni tra il Dipartimento e l'esercito turco abbiamo costantemente sottolineato come il coordinamento e la cooperazione fossero la strada migliore per la sicurezza nell'area. Il segretario Esper e il capo di Stato Maggiore Milley hanno ribadito alle rispettive controparti turche che un'azione unilaterale crea rischi per la Turchia - ha proseguito Hoffman -. Come ha affermato il presidente, la Turchia sarà responsabile, insieme alle nazioni europee e ad altre, di migliaia di combattenti dell'Isis che sono stati catturati e sconfitti nella campagna guidata dagli Stati Uniti". "Lavoreremo con gli altri nostri alleati della Nato e partner della coalizione per ribadire alla Turchia le possibili conseguenze destabilizzanti di potenziali azioni in Turchia, nella regione ed oltre", ha concluso.

Intanto, tutti i preparativi per un'operazione militare turca nel nord della Siria sono conclusi. Lo ha annunciato nella notte il ministero della Difesa di Ankara, ribadendo come la creazione di una "zona di sicurezza" al confine tra i due Paesi sia essenziale per la stabilità della regione e per permettere ai siriani di vivere in sicurezza.

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