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Sindaca Porto Empedocle: "Noi siamo Camilleri"

17 luglio 2019 | 12.31
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Andrea Camilleri (FOTOGRAMMA)
Andrea Camilleri (FOTOGRAMMA)

di Roberta Lanzara
"Il Paese è in lutto. Andrea Camilleri era per tutti i cittadini una persona di famiglia, non il personaggio che si allontana: Porto Empedocle è Camilleri e Camilleri è Porto Empedocle. Perdiamo un grande scrittore ma anche una persona a noi cara. Ci stringiamo al dolore dei familiari". Con queste parole Ida Carmina, sindaca di Porto Empedocle, città natale di Andrea Camilleri, comment a all'Adnkronos la scomparsa dello scrittore siciliano e preannuncia il "lutto cittadino il giorno dei funerali. Siamo in contatto con la famiglia, ma il giorno non è ancora stato fissato".

"Camilleri ha reso universali i sapori, gli odori, il mare, la spiaggia, il modo di essere di noi empedoclini. Ha vissuto e partecipato in 93 anni a tutti i nostri avvenimenti. Veniva regolarmente a Porto Empedocle, a parte l'ultimo anno". Sempre pronto per il suo paese natale "quando lo si chiamava rispondeva la segreteria ma non appena dicevo 'sono il sindaco' immediatamente la staccava ed alzava la cornetta". Non è un caso che "nasce (il 6 settembre 1925 - ndr) durante i festeggiamenti di San Calogero e sale al cielo il giorno della Madonna del Carmelo. Sono le feste storiche del nostro paese. Giornate di luminarie, processioni, clima particolare di partecipazione del Paese in cui da figli della Magna Grecia viviamo l'agorà".

"Infatti - prosegue la sindaca - si chiama Andrea Calogero perché la levatrice per difficoltà alla nascita lo portò al balcone mentre passava la processione il giorno della festa. Per questo lui diceva pur non essendo persona di fede: 'nel mio paradiso vuoto ci sarà solo San Calogero'. Adesso anche la Madonna del Carmelo". Un aneddoto? "Gli chiedemmo un video (GUARDA IL FILMATO) in occasione di una manifestazione sportiva promozionale a cui partecipava l'Asd, Girgenti Giants, basket. Lui - conclude la prima cittadina - parlò dell'antica faida tra Agrigento e Porto Empedocle, di come una squadra mista composta di agrigentini ed empedoclini ai suoi tempi non avrebbe mai potuto esistere. E gioiva", per il cambiamento.

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