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Smantellata la rete di Amri

29 marzo 2018 | 08.11
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(Fotogramma)
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Ha colpito la rete di relazioni intrattenute in Italia da Anis Amri, l'autore dell'attentato al Mercato di Natale di Berlino il 19 dicembre 2016, la vasta operazione antiterrorismo condotta dal personale appartenente alla Direzione centrale della polizia di prevenzione ed alle Digos di Roma e Latina. Il blitz ha portato all'esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Roma Costantino De Robbio nell'ambito di un'indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Sergio Colaiocco.

I provvedimenti cautelari, fanno sapere in una nota le Digos di Roma e Latina, "riguardano il 38enne sedicente cittadino palestinese Napulsi Abdel Salem, attualmente detenuto per stupefacenti, per addestramento ad attività con finalità di terrorismo e condotte con finalità di terrorismo nonché quattro cittadini tunisini accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina": il 52enne Baazaoui Mohamed, il 29enne Baazaoui Dhiaddine, il 30enne Baazaoui Rabie ed il 32enne Baazaoui Akram.

Quest'ultimo - secondo le indagini - avrebbe dovuto procurare falsi documenti di identità all'attentatore di Berlino per permettergli di lasciare l'Italia e recarsi all'estero. I reati contestati alle cinque persone arrestate sono addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale nonché associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti ed al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

LA PROPAGANDA - Tra i contatti dell'attentatore di Berlino vi era anche un tunisino di 37 anni residente a Latina, frequentatore del locale centro di preghiera islamico e noto per le sue posizioni radicali, legato da consolidati rapporti di amicizia con il sedicente cittadino palestinese Napulsi Abdel Salem, destinatario di uno degli arresti eseguiti nel corso della maxi operazione delle Digos. "I due, infatti, si erano spesso lasciati andare a considerazioni incentrate su visioni radicali dell'Islam - fanno sapere le Digos di Roma e di Latina - connotate da una marcata ostilità per gli occidentali ed i relativi costumi utilizzando, tra le altre, espressioni del tipo 'tagliare la gola e i genitali' riferite agli 'infedeli'".

"Un mirato servizio di polizia giudiziaria ha consentito di rinvenire nell'abitazione romana di Napulsi, oltre che un consistente quantitativo di eroina per il quale è attualmente in carcere, un tablet la cui analisi ha evidenziato la sua attività di auto-addestramento - osserva la polizia - attraverso la visione compulsiva di video di propaganda riconducibili al terrorismo islamico ed altri riguardanti l'acquisto e l'uso di armi da fuoco, tra cui fucili e lanciarazzi".

LE INDAGINI - Le indagini sono scaturite dagli accertamenti svolti all'indomani dell'attacco al mercatino natalizio di Berlino effettuato dal terrorista tunisino Amri, ospitato da un suo connazionale ad Aprilia (Latina) nel 2015 le cui dichiarazioni hanno contribuito all'indagine. Gli approfondimenti hanno permesso di ricostruire la rete relazionale del terrorista tunisino nel periodo della sua permanenza in Italia fino alla partenza per la Germania avvenuta il 2 luglio 2015. In tale quadro, sono stati nel tempo individuati e monitorati vari stranieri gravitanti nell'area pontina e nel territorio della Capitale, alcuni dei quali espulsi con provvedimenti del ministro dell'Interno in quanto ritenuti una minaccia per la sicurezza dello Stato.

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