Preoccupante è inoltre l'aumento della quota di imprese che, nel ricorso all'indebitamento bancario, hanno destinato tali risorse alla ristrutturazione del debito (sono passate dal 18% del 2013 al 33% della presente rilevazione), nella misura in cui a tale motivazione è connesso il diffondersi di situazioni di crisi aziendale.
L'indagine registra inoltre un'attenuazione delle difficoltà di accesso al credito: la quota di imprese che giudica le condizioni di accesso meno favorevoli scende al 33% dopo aver toccato il 60% nei due anni precedenti. La distensione nelle condizioni di erogazione dei prestiti appare tuttavia ancora parziale, dal momento che tale quota, seppur in diminuzione, resta su livelli superiori a quelli del 2009 (23%), anno già fortemente caratterizzato dall'irrigidimento delle condizioni di accesso al credito conseguente ai riflessi della crisi finanziaria.
Le difficoltà maggiori vengono segnalate dai settori del sistema moda (51%), dell'edilizia (44%), dei trasporti (38%) e dell'informatica (37%), oltre che dalle imprese artigiane (38%), subfornitrici/contoterziste (41%) e dalle aziende prevalentemente esportatrici (37%). (segue)