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Banche: Ceps, rischio effetto domino, manca trasparenza

19 dicembre 2015 | 16.09
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Banche: Ceps, rischio effetto domino, manca trasparenza

In Italia "c'è il rischio di un effetto domino per quelle banche che hanno una situazione finanziaria e una governance precaria dove l'interferenza politica e la cattiva gestione hanno portato a prassi bancarie fuori dalle logiche di mercato". Così all'Adnkronos Diego Valiante, capo dell'unità mercati Finanziari del Ceps, sui rischi che aleggiano sul sistema bancario italiano dopo il caso dei 4 istituti oggetto del dl salva-banche. "Il problema è che non sappiamo quali siano questi istituti a rischio perché c'è poca trasparenza", aggiunge l'economista.

"Quello a cui abbiamo assistito con Banca Etruria è un fallimento della vigilanza prudenziale della Banca d'Italia ma soprattuto sui mercati da parte della Consob sulla vendita di alcuni strumenti", rileva l'analista. "La vendita di questi prodotti senza fornire le informazioni adeguate non era un caso isolato ma una prassi acquisita. Quindi ci troviamo più davanti a un caso di truffa che di fallimento, che dimostra la mancanza di vigilanza perchè una vigilanza seria se ne sarebbe accorta, ma anche un problema di governance" sottolinea.

"I meccanismi di vigilanza nazionali sono inadeguati - insiste ancora Valiante - e l'intervento della Banca d'Italia è stato adeguato da quando la Bce ha preso il controllo delle banche sistemiche ed ha fissato le linee-guida per le altre, questo ha portato Via Nazionale a muoversi perché inserita in un contesto europeo".

E sul fronte Consob? "Questo non è stato possibile perché non esiste una struttura altrettanto forte come la Bce per le autorità di vigilanza sui mercati dei paesi membri", spiega l'analista, riferendosi all'Esma (European Securities and Markets Authority).

Allargando l'orizzonte all'Unione bancaria e all'introduzione di uno fondo di garanzia sui depositi, secondo Valiante, dopo il caso Banca Etruria il progetto appare più lontano. "I tedeschi non accetteranno finché Roma non farà passi avanti con la riforma bancaria - sottolinea - perché la Germania, prima di condividere i rischi, chiede che vengano ridotti al minimo".

In ogni caso sul sistema bancario "in Italia c'è ancora molta strada da fare per riformarlo in favore di una maggiore integrazione e consolidamento non solo tra banche italiane, ma anche tra banche italiane e banche estere", rileva Valiente. "Questo non vuol dire che in Germania non ci siano problemi simili, ma la Germania o altri paesi si sono dotati prima di noi di Fondi di garanzia mentre in Italia ci sono solo al momento strutture minori: quindi nel panorama internazionale - conclude - Roma non ha provveduto a creare meccanismi di protezione che gli altri hanno".

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