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Tria: "Operazione verità sui conti"

28 novembre 2018 | 11.59
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(Fotogramma)
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Il governo è al lavoro per scongiurare la procedura d'infrazione. Intervenendo in Aula al Senato sulla manovra il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, spiega che è in corso "un intenso dialogo" con l'Ue, "un dialogo improntato ad individuare una possibile posizione condivisa nel rispetto delle priorità individuate dal governo". La bocciatura della manovra da parte della Commissione europea "apre alla prospettiva di una procedura sul debito, prospettiva - dice Tria - che pone il governo e il Parlamento sovrano di fronte alla necessità di assumere una decisione di forte responsabilità e di attuare un'operazione verità".

Per il titolare di via XX Settembre bisogna "valutare attentamente se si possono trovare spazi finanziari per un migliore equilibrio dei conti", se si possono "trovare spazi nuovi". "L'obiettivo che ci poniamo con la manovra è affrontare i problemi concreti, non certo organizzare un affronto all'Europa o un'uscita dall'euro - assicura - Noi ce la metteremo tutta per essere responsabili verso i cittadini e verso l'Ue".

"Dobbiamo tenere conto dei timori dei partner europei" e poi bisogna tener conto "dell'alto livello dello spread" sottolinea il ministro. Vi è inoltre "la necessità di non divergere dalle regole derivanti dai nostri impegni europei nella misura in cui ciò rischia di produrre di per sé effetti negativi sulla crescita e sulla stessa politica espansiva decisa, facendo aumentare il costo di finanziamento del debito".

La manovra, che "si è limitata ad aumentare il deficit per finanziare misure che avessero al contempo effetti positivi sulla crescita sul lungo periodo ed effetti espansivi nel medio periodo", "ha due obiettivi - rileva Tria - aumentare il tasso di crescita e ridurre il rapporto debito-pil". E "i pilastri per raggiungere questi obiettivi sono: il rilancio degli investimenti, l'avvio delle riforme fiscali, il rafforzamento delle politiche per il contrasto della povertà, per il lavoro e la riforma del sistema pensionistico". Scelte di politica economica su cui "non accettiamo lezioni di morale" dall'opposizione, scandisce il titolare di via XX Settembre che, riferendosi al precedente governo, sottolinea: "Non è nostra intenzione parlare di responsabilità del passato e ho ricordato che si tratta della nostra storia comune" ma "nel momento in cui dialoghiamo con la Commissione europea, nel dibattito domestico non accettiamo che qualcuno venga a farci la morale in tema di politiche per la crescita". Negli ultimi anni, attacca il ministro, "c'è stato un aumento della spesa corrente per finanziare la stagione dei tanti bonus con oneri che continuano a pesare sul nostro bilancio".

Sui numeri della manovra tornano oggi i due vicepremier. "Credo nel dialogo, nella possibilità di trovare una soluzione insieme alle istituzioni europee, l'importante è che si facciano le cose che abbiamo detto agli italiani - ribadisce Luigi Di Maio - Noi non tradiremo i cittadini per colpa di qualche numerino". Spostare l'asticella del rapporto deficit/Pil dall'ormai noto 2,4%? "Non fatemi parlare di numeri, parliamo di sostanza, i numeri arrivano alla fine - dice Matteo Salvini, arrivando a Palazzo Chigi per il Cdm - Gli italiani non mi chiedono i numeri, ma chiedono lavoro, pensioni, meno tasse, reddito, quindi una volta che gli esperti ci avranno fatto il totale dei numeri avremo un numero, però noi partiamo dai fatti e poi arriviamo ai decimali".

L'Ue intanto ribadisce la sua posizione. "Secondo la decisione del Consiglio del luglio scorso, l'Italia dovrebbe fare uno sforzo strutturale pari allo 0,6% del Pil. Invece, sta programmando un peggioramento pari allo 0,8%, che per le previsioni della Commissione sono in realtà l'1,2% - sottolinea il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, in conferenza stampa a Bruxelles - Il divario è molto grande: è chiaro che dev'esserci una correzione sostanziale della traiettoria di bilancio, non marginale". Per Dombrovskis è "importante" che il governo corregga la rotta sulla manovra economica, anche per "minimizzare" le conseguenze negative per il settore bancario.

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