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Amendola: "Le risorse sono sul tavolo Ue"

21 maggio 2020 | 10.40
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Il ministro degli Affari europei: "C'è un accordo largo sul fatto che gli anticipi devono partire subito, non possiamo aspettare gennaio"

(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Le risorse sono sul tavolo. Dobbiamo chiudere a giugno un accordo sul bilancio europeo e il Recovery Found. Il 27 maggio la Commissione presenterà la proposta che sarà il punto di partenza del negoziato, che vogliamo chiudere a giugno. C'è un accordo largo sul fatto che gli anticipi devono partire subito, non possiamo aspettare gennaio. Quindi sul tavolo ci sono già molti strumenti di politica fiscale e altri che dobbiamo chiudere". Così Enzo Amendola, ministro degli Affari europei, ospite di 24 Mattino su Radio 24. "Il contributo franco-tedesco apre la via a scelte coraggiose perché si parla di sussidi e non di prestiti, si parla cioè di un fondo per la ripresa che può arrivare a muovere ingenti risorse" poi "vedremo quali sono le posizioni dei cosidetti 'frugali' perché al momento, al di là di alcune dichiarazioni, di proposte non ne ho viste. Quello su cui vorrei riflettere con i cosiddetti frugali è come diamo vita a una risposta coordinata contro la recessione economica che non è italiana o spagnola, ma dei 27", dice.

"C'è un coordinamento guidato dalla Commissione Ue per un riapertura delle frontiere interne a Schengen che sarà comune e coordinata", dice e sulla chiusura austriaca aggiunge: "Con l'Austria la libera circolazione delle merci è stata garantita dall'inizio; invece, per quanto riguarda il turismo, i numeri dall'Austria verso l'Italia sono ingenti e quando riapriremo da giugno in poi vedremo come fare e farlo tutti insieme".

Sul fronte migranti poi afferma: "Stiamo lavorando a un nuovo accordo europeo sull'immigrazione. Era tempo, si era bloccato anche per le resistenze dei Paesi dell'Est. Una gestione comune delle frontiere era una priorità di questa Commissione ed è confermata". E aggiunge: "Quella di Malta è un'azione non coordinata con i partner. Noi siamo su una frontiera esterna e dobbiamo chiedere un comune sistema europeo di gestione dei flussi e della migrazione dall'Africa che si deve fare in maniera assolutamente coordinata e solidale".

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