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Antonio Fazio: "Con Recovery Fund rilanciare il Sud"

29 luglio 2020 | 09.20
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(Fotogramma)
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"Ho stima di Conte. Si è trovato a gestire una situazione difficilissima e imprevista. Ma al momento non abbiamo un quadro di politica economica. E non la vedo ancora per il futuro". Così l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio sull'operato del premier Giuseppe Conte a proposito del negoziato sul Recovery Fund in base al quale l'Italia ha ottenuto 209 miliardi di euro. "Non ci aspettiamo una spinta immediata alla crescita. Non bastano i soldi - sostiene Fazio in un'intervista a 'Leggo' - Lo sviluppo del Paese deve avvenire con adeguate politiche del governo italiano, politiche delle quali al momento non vedo il disegno. Hanno molto lavorato per ottenere questi fondi, ma il difficile viene adesso".

"Il nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato abile - rimarca l'ex governatore - Quando si votò per l’attuale presidente della Commissione si è creato un ottimo rapporto con la von der Leyen, lei fu eletta anche grazie ai voti del nostro governo. La von der Leyen sembra avere una visione diversa dai suoi predecessori".

Secondo Fazio "bisogna mettere mano alla eliminazione del gap infrastrutturale tra Nord e Sud: ferrovie, autostrade e banda larga su tutto. Soltanto dopo si può parlare del resto. Come la rimodulazione del costo del lavoro". Il costo della vita è un altro fattore che evidenzia il divario. "Il costo della vita in Italia in questo momento è molto diverso tra Nord e Sud. Così il Sud non sarà mai competitivo" sottolinea l'ex governatore.

Quanto alla rimodulazione del costo del lavoro Fazio suggerisce che questo sia possibile "anche stimolando l’aumento della produttività. Così si può frenare la caduta dell’occupazione al Sud. Occorrono piani. Occorre una visione di sviluppo. Un po’ come nel dopoguerra con il piano Vannoni. Ma al momento non vedo nulla".

"Non è storico l’accordo sul Recovery fund, ma è importante la svolta di questa attuale Commissione che finalmente speriamo possa tornare a svolgere positivamente il suo compito originario - sottolinea Fazio - Non frenando gli Stati membri e non avallando lo strapotere della Germania e dei suoi stati satellite ma stimolando lo sviluppo di tutti".

"Io ho un’ottima impressione di questo nuovo presidente Ursula von der Leyen. - osserva - Cosa che non avevo dei recenti predecessori. Prima di lei la Commissione si era trasformata in una specie di authority che non faceva altro che controllare e frenare i singoli Stati. È stato un tradimento ai principi sui quali è nata la comunità europea".

"La Comunità europea si prende carico dei problemi degli Stati che ne fanno parte. E tra questi oggi l’Italia riceve, senza dubbio, un trattamento favorevole. Finalmente si torna in qualche misura ai principi fondanti del trattato di Roma. Speriamo che questo atteggiamento della Commissione venga confermato e reso più evidente". Il decano dell'economia italiana infatti argomenta: "Quando nacque la Comunità europea, e la Commissione che ne è il governo, c’era un punto fondamentale che era la sussidiarietà. Questo carattere di sussidiarietà purtroppo si è perso".

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