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Petrolio: Goldman, potrebbe scendere a 20 dollari al barile

11 settembre 2015 | 11.11
LETTURA: 3 minuti

Rischio collasso per il petrolio: una raffineria (Infophoto)  - Petrolio Raffineria
Rischio collasso per il petrolio: una raffineria (Infophoto) - Petrolio Raffineria

Il petrolio americano potrebbe scendere fino a 20 dollari al barile. Lo paventa Goldman Sachs, in un report diffuso stamani, "The New Oil Order". Non si tratta dello scenario base, che ipotizza livelli di prezzo più alti per il West Texas Intermediate o Light Sweet Crude, il greggio Usa di riferimento (38 dollari al barile a un mese, 42 dollari a tre mesi, 40 dollari a sei mesi e 45 dollari a un anno), ma non è escluso che possa concretizzarsi, dato che il mercato del petrolio resta caratterizzato da un eccesso di offerta, e dovrebbe rimanere in queste condizioni anche nel 2016.

Il calo del prezzo del petrolio intorno a 45 dollari al barile, notano gli analisti di Goldman, è stato accelerato da preoccupazioni per il quadro macroeconomico, ma "è un dato di fatto che il mercato del petrolio sia in eccesso di offerta più di quanto avevamo previsto e ora ci attendiamo che il surplus persista nel 2016 per effetto di una ulteriore crescita della produzione Opec, di una persistente offerta da parte dei Paesi non-Opec e del rallentamento della crescita della domanda, con il rischio di una domanda ancora più debole alla luce del rallentamento della Cina".

"Il mercato - scrivono gli analisti della banca d'affari - ora chiede alla produzione dei Paesi non-Opec di passare dalla crescita a sostanziali declini nel 2016, specialmente negli Usa, ma l'incertezza su come e dove questa correzione avrà luogo è aumentata in misura significativa". Restano tuttavia radicate aspettative che la crescita della produzione di shale oil, o petrolio di scisto, sarà richiesta nei prossimi anni, il che comporta che gli shalers continueranno ad avere "potenziale accesso al capitale".

Tutto questo crea incertezza e anche il bisogno che "lo stress finanziario sia mantenuto, vista la necessità di una consistente correzione sul versante dell'offerta. Ciò a sua volta comporta il rischio che un rallentamento nella produzione abbia luogo troppo gradualmente, costringendo i mercati petroliferi a fare pulizia, come storicamente hanno sempre fatto. Anche se non è il nostro caso di base, il potenziale che i prezzi del greggio cadano a questi livelli, che stimiamo intorno ai 20 dollari al barile, sta crescendo, mentre le scorte di petrolio continuano a salire".

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