Secondo il ministro Lupi, anche "se la Cgil dice di no, l'accordo è valido e si andrà avanti" dal momento che "è stato firmato dalla maggioranza dei rappresentanti sindacali della compagnia".
Si è interrotta alle 2 di notte la trattativa avviata ieri al ministero delle Infrastrutture con i sindacati di categoria sul contratto nazionale del trasporto aereo e la riduzione delle spese per il personale di Alitalia. Dopo un lungo negoziato conclusosi l'altro ieri mattina all'alba, le parti si erano ritrovate ieri in serata al ministero per limare e aggiustare i testi.
Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, le perplessità e le critiche non erano state nascoste nonostante gli auspici di una rapida conclusione di tutti i sindacati. Al momento, non è stata fissata nessuna nuova convocazione del tavolo di confronto.
Secondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, anche "se la Cgil dice di no, l'accordo è valido e si andrà avanti" dal momento che l'accordo sugli esuberi di Alitalia "è stato firmato dalla maggioranza dei rappresentanti sindacali della compagnia", e ricorda che in proposito le leggi sono "molto chiare". Spiegando come l'accordo Alitalia-Etihad è un "progetto credibile", Lupi sottolinea come sia "evidente che servono sacrifici: o si sceglie il baratro o lo sviluppo". E visto che "ci sono gli ammortizzatori sociali" sull'accordo, per il ministro, "non si possono mettere paletti per farlo fallire". Il ministro si dice convinto che tutti "abbiano compreso che il lavoro non si da' per decreto", ma per Alitalia "serve che qualcuno investa risorse vere". "Se qualcuno mette paletti per fallire l'accordo, se ne prenderà la responsabilità", conclude.
