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Nucleare: Greenpeace, 30 anni fa la tragedia della Rainbow Warrior

09 luglio 2015 | 13.09
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(foto Greenpeace/John Miller)
(foto Greenpeace/John Miller)

Alla vigilia del trentesimo anniversario dell’affondamento della Rainbow Warrior, "avvenuto il 10 luglio del 1985 in Nuova Zelanda ad opera dei servizi segreti francesi", Greenpeace ricorda oggi "uno dei momenti più tristi e drammatici della propria storia". La Rainbow Warrior era in quei giorni ancorata al porto di Auckland, in procinto di guidare una flottiglia di protesta contro gli esperimenti nucleari francesi nell’atollo di Mururoa. Nelle settimane precedenti, ricorda l'associazione ecologista, "aveva aiutato circa 350 persone della comunità di Rongelap a spostarsi sull’isola di Mejato dalle proprie isole di origine, pesantemente contaminate dai test atomici condotti dagli Stati Uniti in quell’area".

Tuttavia, la Rainbow Warrior, prosegue Greenpeace, "non lasciò mai il porto neozelandese. Verso la mezzanotte, infatti, due agenti dei servizi segreti francesi fecero esplodere sott’acqua due bombe che distrussero la nave, uccidendo Fernando Pereira, 35enne fotografo olandese di origine portoghese di Greenpeace, padre di due bambini". Non essendo più in grado di navigare, la nave fu trainata in una località chiamata Matauri Bay, dove venne definitivamente affondata, con l’obiettivo di diventare un rifugio per pesci e altri organismi marini.

"A distanza di trent’anni la Rainbow Warrior è ancora lì, sott’acqua, a testimonianza di un evento che ha segnato per sempre la storia di Greenpeace. Il ricordo di Fernando e di quanto è successo allora è sempre vivo, e ci sprona a continuare con determinazione le nostre battaglie non violente in difesa del Pianeta" afferma Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia.

Nel 1985 la minaccia globale più incombente era la proliferazione nucleare. "Trent’anni dopo, a questo pericolo, -sottolinea Greenpeace- si è aggiunto l’aggravarsi del riscaldamento globale. Ma, nonostante la mancanza di politiche efficaci contro i cambiamenti climatici da parte dei governi mondiali, il Pianeta ha una speranza, ed è il numero crescente di persone che cerca di costruire un futuro migliore". Tra questi, i tre milioni di persone che in tutto il mondo sostengono Greenpeace e le sue campagne.

"Commemoriamo il trentesimo anniversario dell’affondamento della Rainbow Warrior celebrando il coraggio: non solo quello di Fernando Pereira, quello dei nostri attivisti, ma anche di tutte le persone che ogni giorno decidono di spendersi per un mondo più giusto, equo e sostenibile" conclude Onufrio.

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