Alice nella Città, Valerio Morigi: "'Rip' è un inno all'arte di lasciare andare"

L’attore all'Adnkronos: "Il settore ha bisogno di più coraggio e produttori"

 - Ipa
- Ipa
20 ottobre 2025 | 20.10
LETTURA: 3 minuti

"Darsi la possibilità di levarsi di dosso il peso delle responsabilità e lasciarsi semplicemente vivere". Così all'Adnkronos l'attore Valerio Morigi, protagonista di 'Rip' di Alessandro D’Ambrosi e Santa De Santis, presentato ad Alice nella Città (festival autonomo e parallelo alla Festa del Cinema di Roma). È una commedia "brillante e dissacrante", come la definisce lui, che affronta con ironia e profondità il senso della vita, della morte e delle seconde occasioni. "Lasciar vivere non significa affrontare le cose superficialmente - spiega - ma cercare di prenderle in maniera più leggera. È proprio questa libertà che ti permette di cogliere i momenti giusti e le seconde possibilità che spesso ci sfuggono quando siamo troppo tesi o distratti". Nel film Morigi interpreta Marcello, il padre di Leonardo, un personaggio "gagliardo e caciarone con una romanità un po' persa, ma sempre elegante nel linguaggio". Eppure, dietro l’ironia, c’è un uomo segnato da un dolore profondo: "Ha dimenticato il motivo che lo ha costretto ad allontanarsi dalla vita che stava vivendo. Si è rifugiato in una parte dove gli affetti non potessero trovarlo. Solo unendo la parte più pura e quella più ammaccata di sé ritrova un equilibrio".

Per Morigi, 'Rip' è anche "una seduta dallo psicanalista che ti fa uscire dalla sala più riconciliato con te stesso". Il film invita a fermarsi, a respirare, a dare valore al tempo: "Viviamo in un mondo iperconnesso che ci costringe a un ritmo frenetico. Ma chiunque voglia fare arte deve concedersi un po' di silenzio e di pace". L’attore confessa che la paternità lo ha aiutato a riscoprire la connessione umana: "Da quando sono padre mi sono costretto a prendermi i tempi per accorgermi di quello che avevo intorno. A tavola spengo la televisione e dico: "Vediamo un po' di conoscere queste amabili persone con cui vivo. Nelle piccole cose c’è il piacere di vivere". Nella società contemporanea, osserva Morigi, manca spesso la volontà di ricostruire: "Oggi, che sia una relazione o un oggetto, si rompe e si butta. È la società del consumismo più sfrenato. Anche nei rapporti umani si cerca la soluzione immediata, ma il compromesso - nel senso nobile del termine - è parte della crescita". Un discorso che si lega al coraggio di guardarsi dentro: "Andare da uno psicologo è un atto d’amore verso sé stessi. Io ci sono stato, e meno male. Mi ha aiutato a volermi più bene. Ancora oggi c’è giudizio, come se chi va dallo psicologo avesse un problema, ma in realtà ci farebbe bene a tutti".

Riguardo al cinema italiano, Morigi non nasconde la difficoltà dell'industria: "Si rischia poco. È un circolo vizioso, ma credo che le cose stiano cambiando. Le idee ci sono e gli autori pure: manca chi le sostiene davvero. Non è una crisi di idee, ma di produttori". Dopo 'Rip', l’attore sogna una telefonata da Ferzan Ozpetek: "Abbiamo lavorato insieme in 'Diamanti', dove avevo un piccolo ruolo. È stato un set straordinario, sia professionalmente che umanamente. Ozpetek ha un'attenzione rara verso i dettagli e le persone della troupe, dalla prima all'ultima". Conclude con una riflessione di gratitudine: "Fare questo mestiere era il sogno di quando ero bambino. Essere protagonista di un film come 'Rip' con persone straordinarie, è già un sogno che si è realizzato. Adesso non posso che sperare che succeda di nuovo", conclude.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza