
Il regista alla kermesse con '40 secondi', che racconta le ventiquattro ore che hanno preceduto l'omicidio di Willy Monteiro Duarte
"Il ragazzo ucciso a Palermo, intervenuto per proteggere un giovane che stava subendo un pestaggio, così come Willy Monteiro Duarte sono casi di giovani che non sono rimasti indifferenti. Oggi siamo molto anestetizzati dalla violenza, fa parte di noi. Quando apri i social si passa dal racconto di una strage alla notizia di un vestito indossato da una star. Le notizie così si leggono in modo passivo. Willy, come tanti altri ragazzi, dimostra che c’è ancora tanta umanità che deve essere raccontata”. A parlare è il regista Vincenzo Alfieri che presenta in concorso alla 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma ’40 secondi’, il racconto delle ventiquattro ore che hanno preceduto l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso nel 2020 a Colleferro dopo essere intervenuto per difendere un amico aggredito da un gruppo di ragazzi, tra questi i fratelli Bianchi, Marco condannato all'ergastolo e Grabriele a 28 anni di reclusione per l’omicidio di Willy.
“È importante portare questo film oggi, è multigenerazionale che sa parlare ai giovani ma anche agli adulti”, dice Alfieri, che all’inizio era “titubante” sulla realizzazione di questo film “perché è una storia che era stata molto raccontata sui giornali. Leggendo il libro di inchiesta di Federica Angeli (’40 secondi. Willy Monteiro Duarte. La luce del coraggio e il buio della violenza’, da cui è tratto il film, ndr) io e il co-sceneggiatore Giuseppe Stasi abbiamo deciso di raccontare non una storia in senso classico, ma fotografare dei personaggi in una loro tipica giornata, in un momento storico preciso, il post-Covid, in cui c’era un grande sentimento di rabbia ma anche la necessita di andare oltre”. Sul cast, il regista e la produzione hanno scelto di selezionare alcuni dei protagonisti facendo street casting con l’obiettivo di affiancare attori professionisti a volti nuovi e restituire così tutta l’autenticità della storia. Dopo centinaia di provini è stato scelto Justin De Vivo per la prima volta sullo schermo interpreta Willy: “Spero di fare arrivare la sua verità a tutti”, dice Justin. Gli fa eco Francesco Di Leva: “Ho partecipato a questo film come cittadino e attore per gridare ‘sono dalla parte di Willy”.
Nel cast anche Francesco Gheghi, Enrico Borello, Francesco Di Leva, Beatrice Puccilli, Giordano Giansanti, Luca Petrini e con Sergio Rubini e Maurizio Lombardi. “È stato importante che il film comunicasse così fortemente un fatto attraverso personaggi che soffrono di incomunicabilità generazionale”, dice Gheghi. Nelle sale dal 20 novembre con Eagle Pictures, il film “deve andare nelle scuole, deve essere visto da tutti: morire in 40 secondi non deve più accadere”, dice il produttore e distributore Roberto Proia, che conclude: “I film non sistemano la realtà, ma possono dare un contributo importante”.