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Calcio: Mancini, scudetto? Siamo l'Inter e abbiamo l'obbligo di lottare

04 dicembre 2015 | 16.19
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Il tecnico dell'Inter, Roberto Mancini (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Il tecnico dell'Inter, Roberto Mancini (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Noi vogliamo lottare per lo scudetto, siamo l'Inter e abbiamo l'obbligo di farlo anche se pensiamo che ci siano squadre più attrezzate per questo, ma può capitare anche che non vinca la squadra più forte". Il tecnico dell'Inter, Roberto Mancini, non si nasconde e vede l'Inter tra le squadre che possono giocarsi lo scudetto fino alla fine. "Mi sembra un campionato abbastanza equilibrato in alto, con 4-5 squadre, e i punti nel girone di ritorno negli scontri diretti si divideranno e magari si abbasserà anche la quota per vincere o andare in Champions, ma il nostro obbiettivo è quello di arrivare in Champions", sottolinea Mancini nella conferenza stampa che precede la gara con il Genoa di domani.

"Se la Juve vinceva i campionati con 8-10 punti di vantaggio, ora li ha persi ma li può recuperare. Forse, come squadre, Juve, Napoli e Roma sono le più forti, ma poi c'è la Fiorentina che sta giocando bene, quindi in alto è tutto abbastanza equilibrato", aggiunge il tecnico nerazzurro, uscito rafforzato anche dalla sfida persa con il Napoli. "Squadra più forte dopo il ko di Napoli? Avrei preferito vincere 1-0 stentato, ma credo che dopo Napoli ci sia una consapevolezza: se noi ci mettiamo quello che abbiamo messo a Napoli, credo che possiamo fare bene anche se ci sono squadre più attrezzate di noi, il campionato è difficoltoso per tutti e non si sa mai. A volte delle sconfitte ti permettono di capire certe cose tattiche e di squadra".

Secondo Mancini non c'è nessun problema Icardi. "La gara di Napoli è stata abbastanza difficile, per 15 minuti la squadra dopo il gol subito al 2' minuto ha abbassato il baricentro e Mauro è rimasto un po' isolato, senza palle giocabili, ma in quel momento la squadra era troppo indietro perché subire gol dopo subito ti condiziona un po'. Io credo che Mauro farà i gol che ci serviranno, ora è un po' più di difficoltà ma non è che sia una grande preoccupazione", taglia corto il tecnico dell'Inter. "Gli attaccanti hanno bisogno della squadra e viceversa nella fase di impostazione e contenimento. L'attaccante deve anche lavorare in base alla squadra, se non lavora sta in panchina...ci sono dei momenti in cui la squadra subisce e le grandi squadre utilizzano tutti i giocatori per difendere".

Icardi e Jovetic hanno giocato poco insieme ma l'allenatore jesino non crede che sia una coppia più adatta per le gare in casa. "Dipende, credo sia una questione di tempo, perché i due giocatori si conoscono sempre meglio. Però noi poi mettiamo Perisic e Ljajic o Biabiany, sono giocatori offensivi, e poi diventano tanti, bisogna pensare che c'è anche una fase difensiva. Non è detto che non possano giocare insieme, ma è una questione di equilibrio, se la squadra con 4 i giocatori offensivi risponde anche su una palla persa, va bene. Al City giocavamo con Nasri, Silva, Aguero e Tevez più Yaya Tourè".

A Mancini a Napoli è piaciuto l'atteggiamento dei suoi giocatori. "Ho visto che nonostante il 2-0 la squadra ha continuato a crederci e voleva assolutamente rimanere in partita. Al San Paolo, sotto 2-0, e in dieci può anche finire in goleada. Ma anche in 10 la squadra ha continuato a giocare, creando 4-5 occasioni da gol, e questa è una cosa buona". Poi il tecnico, contrariamente ala gara con il Napoli, svela parte della formazione anti-Genoa. "Chi gioca domani? Handanovic, Miranda, Murillo, Melo, Jovetic, sono già cinque....".

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