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Terremoto: Cialente, 45mila aquilani tornati a casa, ne mancano 25mila

02 aprile 2014 | 14.31
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''In questi cinque anni la Regione è stata completamente assente, sono stati il Comune e i piccoli comuni a gestire questo terremoto''. Così il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente all'Adnkronos, a cinque anni dal terremoto che ha devastato la città. ''Siamo partiti quindi - racconta - con una situazione particolarmente difficile. Il 31 agosto 2012 inoltre se n'è andato via il Commissario restituendo al Governo circa 443 milioni che non era stato in grado di spendere e questo testimonia l'inefficienza della sua azione''.

Il problema, ricorda Cialente, ''era quello di ripartire, a fronte del fallimento di Chiodi. Il Comune quindi si è fatto carico di tutto e ha inventato alcune cose come la 'scheda parametrica' e il 'cronoprogramma'. Noi avevamo promesso che la ricostruzione sarebbe ripartita e non solo abbiamo speso quel mezzo miliardo che dovevamo spendere ma il Comune dell'Aquila, dall'inizio dell'anno scorso a febbraio di quest'anno, ha fatto partire cantieri per 1 miliardo 443 milioni di euro. Siamo così riusciti a rimettere nelle case circa 45mila persone, ora ne restano altre 25mila da sistemare''.

Per quanto riguarda le periferie ''di tutto il Comune e le frazioni servono 400 milioni di euro per finire la ricostruzione -sottolinea il primo cittadino dell'Aquila- Per i centri storici, il 21 marzo dello scorso anno, avevamo fatto una previsione: avevamo bisogno di 5 miliardi per finirlo. Ma il Comune dell'Aquila, credo che sia la prima ricostruzione che avvenga in questo modo, ha inventato due sistemi: il primo ci ha accompagnato fino al mese di aprile dello scorso anno ed era il meccanismo, concordato con il governo, di costruire la così detta 'filiera' composta da Fitecna, Cineas e Reluis, che, a fronte di richieste dei progettisti per 3,1 miliardi ci ha fatto risparmiare 413 milioni di euro, migliorando anche l'aspetto tecnico del progetto''. (segue)

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