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Tesla, 'doppio colpo' di Musk: vende azioni a 1000 dollari e le ricompra a 6

Lo rivelano i documenti trasmessi alla Sec, la Consob americana

(Fotogramma)
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11 novembre 2021 | 10.19
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Elon Musk riduce la sua quota in Tesla, anzi no. Dopo il sì degli utenti di Twitter al 'referendum' via social condotto dal fondatore di Tesla circa la possibilità di vendere il 10% del suo pacchetto di azioni nella casa automobilistica, l'imprenditore sudafricano - come rivelano i documenti trasmessi alla Sec, la Consob americana - ha in effetti provveduto a collocare sul mercato (direttamente o attraverso il suo trust) un pacchetto di titoli per un valore totale di 5,5 miliardi di dollari. Nonostante il crollo innescato proprio dall'annuncio della operazione avviata da Musk, le azioni sono state messe sul mercato a valori superiori ai 1000 dollari l'una.

Ma la cessione del pacchetto - condotta anche per ragioni fiscali - è stata in realtà accompagnata da un parallelo acquisto di 2.154.572 di azioni, dal momento che Musk ha esercito un diritto di stock option: e in questo caso il prezzo pagato, in base al 'vecchio' accordo è stato un assai più conveniente valore di 6,24 dollari ad azione, pari a uno sconto del 99,4% sulla chiusura di ieri (con una risalita a 1067 dollari). Un 'doppio colpo', insomma, che ha permesso al fondatore di Tesla di monetizzare parte del suo pacchetto azionario, riacquistandolo in parte con un enorme beneficio economico, dal momento che i 'nuovi' titoli, acquistati per meno di 14 milioni di dollari valgono già 2,3 miliardi.

La doppia operazione sembra peraltro avere fatto bene al titolo Tesla che dopo avere messo a punto mercoledì un recupero del 4% - che segue il crollo dei giorni precedenti per oltre il 15% - continua la ripresa nelle contrattazioni pre-apertura a Wall Street ritornando sopra quota 1100 dollari per azione (+3%).

Musk aveva anticipato sui sociale la vendita del 10% del suo pacchetto di Tesla motivando la decisione con la necessità di pagare le tasse ma affidando la scelta a un sondaggio condotto su Twitter (concluso con il 58 % di sì). L'imprenditore sudafricano per giustificare la vendita aveva ricordato di non ricevere bonus o stipendi e quindi di essere costretto a collocare le sua azioni per poter pagare le pendenze fiscali

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