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Consumi: Testa, no a pacchetto 'bianco', da confezione valori brand

12 febbraio 2015 | 16.50
LETTURA: 3 minuti

La posizione del presidente di AssoCom e del Gruppo Armando Testa.

Marco Testa, presidente di AssoCom e del gruppo Armando Testa
Marco Testa, presidente di AssoCom e del gruppo Armando Testa

"Nessuno vuole 'andare in bianco'. Il packaging è come il titolo di giornale: non cattura solo l'attenzione, ma ne racconta già in parte il contenuto, lo stile e, se fatto bene, anche l'anima. Per questo, avere come pack una scatola bianca mi sembra davvero troppo. Va bene che si dice 'thinking out of the box', ma qui si esagera un po'. Da sempre la confezione gioca un ruolo fondamentale nella scelta di acquisto: comunica i valori del brand, mostra a colpo d’occhio la storia e la reputazione del marchio, attraverso un linguaggio che rispecchia lo stile dell’azienda". Così Marco Testa, presidente AssoCom e del Gruppo Armando Testa, commentando, con Labitalia, lo scenario delineato in un'analisi di Bloomberg, che ipotizza l'introduzione di un 'pacchetto generico', oltre che per le sigarette, anche per le confezioni di alcolici e junk food.

"Oggi inoltre -continua Testa- stabilisce una connessione con il consumatore con il QRcode, o l'hashtag. Una confezione bianca, generica, senza faccia, comporterebbe gravi perdite per le imprese. E per i consumatori rappresenta invece una garanzia di qualità e di sicurezza del prodotto, perché impegna le multinazionali a metterci il proprio logo, la propria firma".

"La confezione bianca, dopo un momento iniziale di incertezza, diventerebbe -spiega Testa- una triste abitudine. Pensiamo infatti alle scritte terrorizzanti sulle sigarette, nate per disincentivare il consumo: ormai non vengono nemmeno più notate sui pacchetti. Secondo uno studio pubblicato su Psychological Science nel 2014, avrebbero addirittura l’effetto opposto, perché pur spronando a riflettere sugli effetti negativi, questi vengono collocati in un futuro remoto e la mente li rende astratti, quindi senza nessuna efficacia".

"Credo invece fermamente -conclude- che questi settori debbano essere regolamentati in un modo migliore a livello di sistema, quindi incentivando le aziende a riformulare i propri prodotti e promuovendo campagne nazionali per una corretta educazione".

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