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Trapani: gip, casa di cura trasformata in lager con anziani torturati

28 novembre 2017 | 15.36
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Un'anziana maltrattata da una delle operatrici
Un'anziana maltrattata da una delle operatrici

Se l'anziana signora si sporcava ripetutamente il pannolone, veniva schiaffeggiata con violenza e derisa. Se a terra c'era della saliva, l'operatrice strattonava con forza l'anziana seduta sulla sedia a rotelle, la faceva alzare e la buttava a terra facendole pulire con la faccia il pavimento, per poi vantarsene con i colleghi. O se gli anziani gridavano per le botte o i dolori, le minacciavano di legarle "come una mummia". Ecco solo qualche stralcio dei maltrattamenti subiti dagli anziani nella casa di cura dell'orrore scoperta dai Carabinieri del Comando provinciale di Trapani, guidati dal colonnello Stefano Russo, a Castellammare del Golfo. All'alba di oggi sono stati arrestati il gestore di una casa di cura e tre dipendenti. In carcere sono finiti: Rosanna Galatioto, 48 anni, gestore della casa di cura 'Rosanna'; Anna Maria Bosco, 46 anni; Antonietta 'Marianna' Rizzo, 31 anni e Matteo Cerni di 66 anni. Gli anziani subivano angherie e violenze di ogni tipo, tutte registrate dalle telecamere posizionate dai Carabinieri dopo l'avvio dell'inchiesta culminata nei quattro arresti di oggi. Mesi e mesi di registrazione da cui si evincono tutte le violenze e gli abusi. Per il gip "è difficile anche solo immaginare trattamenti più disumani e degradanti, che si spingono a forme di deprivazione sensoriale tipiche della vera e propria tortura. Difficile anche credere che degli esseri umani possano essere talmente crudeli e spietati nei confronti di altri esseri umani, per più di inermi per le precarie condizioni di salute e affidati loro per ragioni di salute". E paragona la casa di cura a "un lager". Gli inquirenti evidenziano "l'intrinseca pericolosità degli indagati che hanno agito in modo spregiudicato, violentissimo e senza soluzione ci continuità, nonostante le persone anziane fossero state affidate alle loro cure dai prossimi congiunti".

Due operatori, senza sapere di essere ascoltati dalle cimici, parlando di una povera anziana incontinente che continuava a sporcarsi dicono: "Come si deve fare con questa pazza? Gli si mette un tappo nel culo". E l'altro: "Io oggi non gli do da mangiare, per me può morire". In un altro caso, un'anziana si lamenta per i maltrattamenti. Ma l'operatore la prende in giro: "Stai morendo? Brucia?". E si sente l'anziana dire: "Aiutami...". E poi c'è l'operatore che a un'anziana malferma dice: "Ti pare che se cadi a terra io ti alzo? Io a terra ti lascio!". Il gip Caterina Brignone scrive nel provvedimento di arresto che gli anziani "sono insultati e costretti a vivere in un clima di brutalità, volgarità e sopraffazione. Vengono spietatamente derisi per le loro debolezze o incapacità, dovute al'età o a condizioni patologiche". E ancora: "Sono minacciati di essere buttati fuori e viene augurato loro la morte".

'In qualche caso le persone venivano private di cibo e acqua'

"In qualche caso - dice ancora il gip Brignone nell'ordinanza - gli anziani sono immotivatamente privati del cibo o dell'acqua, mentre altre volte vengono forzati a mangiare o a ingoiare più velocemente". "Alcuni anziani risultano presi di mira - dice il gip - con ancor maggiore frequenza e durezza". Una donna in particolare veniva presa di mira dagli operatori arrestati. Si tratta di una novantenne che veniva "derisa, insultata, picchiata, minacciata e trattata senza alcun riguardo". La donna veniva "regolarmente legata al letto o alla sedia a rotelle e così privata di ogni libertà". Nella casa di riposo, come spiega il gip "si ravvisano un generale clima di sopraffazione e di violenza nei confronti degli assistiti".

Per il gip Brignone non bastano gli arresti domiciliari per i quattro indagati, perché da casa avrebbero potuto "influenzare le fonti dichiarative. Oltre a ciò, la crudeltà ampiamente dimostrata non consente di confidare nel fatto che gli indagati si asterranno dal commettere reati della stessa indole di quelli per cui è procedimento anche all'interno delle mura domestiche, essendo difficile immaginarli figli, genitori o conviventi amorevoli di qualcuno".

Se un'anziana si bagnava veniva lasciata nella sua urina

Per 'punire' gli anziani che si lamentavano o che volevano raccontare le malefatte ai propri congiunti, venivano lavati con l'acqua gelida. "La doccia gelata ti faccio - si sente in una intercettazione - Così vediamo se lo capisci e lo dici". E quando una anziana continuava a sporcarsi il pannolone, uno degli operatori la minacciava. Come si legge nel provvedimento: "L'operatrice sembra spazientita e sbuffa chiedendo spiegazioni alla anziana dei perché si sia tolta il pannolone e continuando a minacciarla di ammazzarla, informandola - si legge - che la prossima volta l'avrebbe lasciata in mezzo alla sua stessa urina. Nel frattempo la invita a mettersi l'abbigliamento della parte superiore del corpo invitandola a smetterla di fare queste 'vergogne' e di addormentarsi e non svegliarsi più, perché se la trova nuovamente sveglia e bagnata di urina... poi la invita a coricarsi invitandola a dormire". In un'altra occasione, due operatrici parlano tra loro di una sciarpa e una dice: "Questa sciarpa l'ho usata l'altro giorno per tappargli la bocca l'altro giorno", parlando di un'anziana. E un'altra volta una operatrice dice all'latra, parlando di un'anziana che continuava a lamentarsi: "buttala dal balcone".

In un'altra occasione, parlando di un'anziana che continuava a slegarsi la notte dal letto in cui veniva legata, gli operatori dicevano: "Gli ho cambiato il pannolone. Ancora viva è... cosa di ucciderla... vediamo se si slega". Dalle intercettazioni si odono anche le molte lamentale e le grida di dolore degli anziani. Ma gli operatori non solo continuavano i maltrattamenti ma qualche volta ridevano pure. "...Anche perché sono come gli animali...", dice una operatrice. "Un cagnolino mica è abituato? Prima che si abitua. Il primo giorno ti abbaia, ti ringhia...".

I magistrati 'Crudeltà e ostinazione cinica che si è protratta per un anno e mezzo'

I magistrati parlano di "sopraffazione e violenza nei confronti degli assistiti". E spiegano che il sequestro di persona, contestato agli arrestati, riguarda il fatto che una delle anziane assistite veniva costantemente legata a letto "giorno e notte, mediante gli indumenti indossati dalla vittima, così privata della libertà personale e di movimento, oltre che qualsiasi relazione con gli altri ospiti". Da qui il sequestro di persona. I magistrati, riferendosi agli arrestati, sottolineano la "crudeltà, la cinica ostinazione che si protrae da almeno un anno e mezzo" ma anche "l'intrinseca pericolosità degli arrestati che hanno agito in modo spregiudicato, violentissimo e senza soluzione ci continuità, nonostante le persone anziane fossero state affidate alle loro cure dai prossimi congiunti". "Ebbene, invece di prendersi cura delle persone loro affidate - dicono i magistrati - le hanno perseguitate, sopraffatte, minacciate aggredite sistematicamente, dimostrando la loro pericolosità sociale". Un carabiniere che ha trascritto le intercettazioni ha confidato all'Adnkronos: "Non sono riuscito a dormire per molte notti per le angherie e le botte subite da questi poveri anziani...". La struttura è stata sequestrata e affidata ad un amministratore giudiziario nominato dalla Procura di Trapani, guidata da Alfredo Morvillo che ha coordinato l'inchiesta

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