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Truffe ad anziani, 15 arresti tra Milano e Novara

19 ottobre 2017 | 09.53
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E' di 15 persone arrestate nel Milanese e a Novara - dieci italiani e cinque polacchi - il bilancio di un'attività di indagine contro le truffe agli anziani coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Riccardo Targetti, diretta dal sostituto procuratore Giancarla Serafini e svolta da personale della Polizia di Stato, della Polizia locale e dei carabinieri in forza alla sezione di Polizia giudiziaria della procura. L'ordinanza emessa dal gip Roberta Nunnari, riguarda 17 capi di imputazione per i reati di associazione a delinquere e truffa.

L'indagine inizia nel 2015 con il sequestro di materiale, ritenuto di "elevato interesse investigativo" in possesso di uno degli uomini, finito ancora oggi dietro le sbarre. L'analisi di cellulari e sim sequestrati, gli appostamento e una fitta attività documentale mediante il confronto di decine di denunce simili, ha portato a identificare il gruppo. Sempre identiche le modalità della truffa: le vittime ricevono sul telefono fisso di casa una chiamata da parte di un uomo o di una donna, che, presentandosi falsamente per parenti (generalmente nipoti), chiedono un prestito urgente per pagare i danni di un indicente stradale o un'emergenza.

Il sedicente nipote, carpita la fiducia dell'anziana vittima, sfruttando lo stato di preoccupazione e apprensione, la informa sempre telefonicamente, dell'arrivo, presso la sua abitazione, di una persona di fiducia, alla quale poter consegnare il denaro e i preziosi, per poi portarli sul luogo dell'incidente. Le indagini hanno accertato che i 'telefonisti', ovvero i finti nipoti, chiamano da utenze estere, generalmente posizionate in Polonia e Germania; mentre le persone di fiducia risiedono in particolare nel Novarese.

"Le modalità e il linguaggio utilizzato per convincere le vittime dimostra come i soggetti attivi coinvolti abbiano maturato una elevata competenza criminale utile a individuare la vittima da raggirare (vittima anziana e spesso sola in casa), oltre che una elevata 'professionalità' nello scegliere tempi e modalità utili a portare a termini gli illeciti", spiegano gli investigatori. Le vittime venivano scelte attraverso rubriche telefoniche e incrocio di dati utili per capire l'età e preparare il terreno ai complici: "emerge una non comune abilità dei 'centralinisti' nell'uso di strumenti informatici; non comune appare altresì l'abilità psicologica, verbale, comportamentale utile a vincere diffidenze, resistenze e dubbi e a conquistare la loro fiducia", rimarcano gli inquirenti.

I venti episodi documentati costituiscono "con ogni probabilità solo la punta di un iceberg di numerosissime truffe tentate o consumate con identiche modalità, ma spesso neppure denunciate, per timore o per vergogna dalle anziane vittime". Il bottino dell'attività criminale, pur non essendo quantificabile, appare "estremamente esteso, e i danni per le vittime sicuramente devastanti sia dal punto di vista sia economico sia soprattutto psicologico", evidenziano gli investigatori. All'attività esecutiva che si è svolta a Novara e ad Abbiategrasso, ha collaborato anche personale della Squadra mobile di Novara e dei carabinieri di Abbiategrasso.

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