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Trump-Biden, nuova sfida in tv

23 ottobre 2020 | 07.12
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Dal candidato democratico nuovo attacco al tycoon sulla gestione dell'emergenza Covid nel secondo e ultimo faccia a faccia prima dell'Election Day: "anche oggi pensa che abbiamo il controllo, stiamo per perdere altre 200.000 persone". Trump parla di Kim, Biden evoca Hitler

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Chiunque sia responsabile di così tante morti non dovrebbe rimanere a fare il presidente degli Stati Uniti d'America". Joe Biden ha lanciato un nuovo attacco a Donald Trump sulla gestione dell'emergenza coronavirus nel secondo e ultimo faccia a faccia prima dell'Election Day. L'accusa del candidato democratico al tycoon è di "non avere un piano chiaro" per combattere la pandemia, che negli Usa ha fatto più di 223.000 morti. E' di Trump, secondo Biden, "tutto il peso della responsabilità" di questo bilancio. "Porrò fine a tutto questo", ha promesso, bollando come "tragico" il lavoro del presidente. "Anche oggi pensa che abbiamo il controllo - ha incalzato - Stiamo per perdere altre 200.000 persone".

Trump è invece tornato a difendere la risposta della sua Amministrazione - ha detto di "assumersi la piena responsabilità" - ma anche a puntare il dito contro Pechino. "Non è colpa mia se è arrivato qui, è colpa della Cina". "Questa malattia passerà. Non ci sarà un inverno buio, teniamo il Paese aperto", ha ribadito, convinto che "non si possa chiudere il Paese" ma si debbano "proteggere i nostri anziani". Secondo Biden, invece, gli Stati Uniti stanno "per entrare in un inverno buio".

Trump parla di Kim, Biden evoca Hitler

E il presidente è tornato a criticare Biden per il suo approccio. "Non possiamo rinchiuderci in un sotterraneo come fa Joe", ha detto di nuovo il tycoon con un riferimento a quando l'ex vice presidente veniva accusato di nascondersi nel 'basement' della sua casa in Delaware nel mezzo della pandemia di coronavirus.

"Siamo alla svolta", ha poi sostenuto Trump, nonostante i dati preoccupanti. "Se ne sta andando", ha sostenuto, pur riconoscendo che "ci sono dei picchi". Ma poi ha subito aggiunto: "Presto spariranno". E l'arrivo del vaccino è "questione di settimane". Trump spera "per la fine dell'anno".

Gli Stati Uniti "stanno imparando a convivere" con il Covid-19, ha detto ancora il presidente, che a inizio ottobre è stato ricoverato per tre giorni in ospedale dopo aver annunciato di essere risultato positivo al coronavirus e che ha ripetuto di essere "immune", come "sempre più persone". Per Biden, la gente "sta imparando a morire con il virus".

All'inizio del dibattito della notte scorsa a Nashville, Trump è apparso seguire i consigli di chi l'ha esortato ad avere un comportamento più contenuto, moderato, insomma più presidenziale. Ma poi si è infiammato quando ha puntato il dito contro i presunti contatti illeciti di Hunter Biden, la vicenda delle mail del figlio di Joe Biden rivelate dal New York Post che Trump e Fox News stanno cercando in tutti i modi di far diventare un Huntergate.

Trump ha detto che Biden "deve una spiegazione al popolo americano" riguardo ai rapporti d'affari all'estero. "Tutte quelle mail, quelle orribili email sui soldi che tu e la tua famiglia stavate raccogliendo mentre tu eri vice presidente", ha attaccato ancora Trump.

"Io non ho preso un penny da nessuna fonte segreta all'estero in tutta la mia vita", ha replicato Biden. E poi è passato all'attacco: "abbiamo saputo che questo presidente ha pagato 50 volte le tasse in Cina, ha un conto segreto in Cina, fa affari in Cina", ha detto riferendosi al recente scoop del New York Times.

"Io ho sempre pubblicato le mie dichiarazioni dei redditi, da 22 anni - ha poi aggiunto - hai mai pubblicato la tua anche solo di un anno, che cosa nascondi?". Ed infine Biden ha accusato Rudy Giuliani, l'avvocato personale di Trump che ha consegnato le presunte mail di Hunter al Post, di essere "una pedina in mano alla Russia".

In ogni caso, comunque il dibattito si è svolto in modo più ordinato e coerente e non è precipitato nel caos del primo dibattito, durante il quale Trump ha costantemente parlato sopra, e contro, avversario e moderatore. Essenziale è stato l'ormai famoso "mute button", cioè il dispositivo ideato dalla commissione dei dibattiti per scongiurare una nuova, deprimente, esibizione del presidente, per spegnere il microfono del candidato che non aveva la parola.

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