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Ucraina, Bolkvadze (Georgia): "Pace e integrazione europea attraverso cultura"

06 maggio 2022 | 15.41
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"Suonerei Ciaikovski, ma il nostro sostegno a Kiev è fermo. Dobbiamo agire in modo acuto"

Elisso Bolkvadze, presidente della Commissione cultura del Parlamento della Repubblica della Georgia
Elisso Bolkvadze, presidente della Commissione cultura del Parlamento della Repubblica della Georgia

(di Roberta Lanzara) - "Sì al percorso di integrazione europea, obiettivo che non si discute; No ad un ministero dedicato" da far presiedere da un membro dell’opposizione, come proposto dalla presidente della Georgia Salomè Zourabishvili, sul modello ucraino. Non ha dubbi Elisso Bolkvadze, presidente della Commissione cultura del Parlamento della Repubblica della Georgia, dal 2015 anche artista per la pace dell'Unesco, in visita in questi giorni in Italia per celebrare i 30 anni di relazioni diplomatiche con il nostro Paese e promuovere il processo di integrazione georgiana nell'Ue. "In questo momento storico lo scopo del Governo è mantenere la pace e difendere il nostro popolo. Grazie al partito al potere, 'Il Sogno Georgiano' (di cui fa parte Bolkvadze - ndr), non c'è stata guerra, nonostante i due nostri territori occupati dai russi" (Ossezia del sud e Abcasia - ndr), spiega la deputata all'Adnkronos.

"L'integrazione della Georgia nell'Ue è una decisione ferma - prosegue - La percorriamo simbolicamente anche in questa visita a Roma promuovendo la musica e la cultura che riunisce i popoli", afferma Bolkvadze, che in quanto pianista si è tra l'altro esibita in Parlamento con la deputata 5s Alessandra Carbonaro grazie all'iniziativa della presidente della Commissione Cultura alla Camera, Vittoria Casa (M5s). "Questa è la via giusta: riunire i popoli e promuovere le azioni fra stati. E' un costo inutile ed un atto inopportuno istituire un Ministero per l'integrazione europea, quando abbiamo già un Ministero per gli Affari esteri, con una Commissione per l'integrazione e vari organismi paralleli dedicati".

"Non condivido - commenta - le censure che ci sono state nei confronti di alcuni autori russi come Dostoevskij. Non è un buon approccio. E' stata mischiata la letteratura, l'arte con la politica". "Io personalmente in quanto pianista suonerei Ciaikovski. Che senso ha rifiutarsi di suonare un pezzo di un grande compositore, solo perché russo? O cancellare eventi dedicati a Dostoevskij, come in Francia? Né Ciaikovski, né Dostoevskij potevano immaginare ciò che sta accadendo adesso. La cultura serve a riunire, non a dividere. L'arte parla un linguaggio universale attraverso la musica e le sue altre forme. Deve servire per costruire pace e umanità". "Detto ciò - rimarca - resta il fatto che la nostra posizione sull'Ucraina è molto ferma. La abbiamo sostenuta e sosteniamo in tutti i modi possibili e in tutte le organizzazioni internazionali. Il prossimo 23 luglio a Batumi organizzeremo un festival internazionale della musica in cui raccoglieremo fondi da destinare all'Ucraina. E continueremo ad adoperarci per gli sfollati, giunti in migliaia, consentendo agli studenti di iscriversi alle scuole georgiane, attraverso percorsi semplificati".

In quanto paese post-sovietico e occupato per il 20% dalla Russia, "dobbiamo agire con attenzione, con il sostegno della comunità internazionale. La situazione ai confini è un grosso pericolo per la Georgia. I russi hanno occupato nostri territori che si trovano ad appena 40 km dalla Capitale" ed avanzano lentamente ogni giorno. Motivo per cui: "Noi vogliamo la pace che è realizzabile solo con la strada diplomatica". Si parla di arma nucleare tattica contro le navi Nato nel Mar Nero: "La Georgia è estremamente sensibile alla crisi di sicurezza regionale. Temiamo per il mar Nero su cui geograficamente ci affacciamo e da cui tanti dei nostri traffici dipendono. Speriamo che la situazione non diventi così drammatica e che non si faccia ricorso al nucleare come diffondono i media. Ma se dovesse accadere - conclude - vorrebbe dire che non c'è più speranza di dialogo e dunque che non sarebbe solo il Mar Nero ad essere in pericolo, ma tutto il mondo".

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