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Ucraina, imprenditore italiano in Moldavia: "preoccupati ma speriamo situazione non precipiti"

29 aprile 2022 | 16.57
LETTURA: 2 minuti

"La guerra in Ucraina ci ha preso un po' tutti all'improvviso", spiega Massimo Radaelli che vive da 28 anni in Moldavia e che opera con la sua impresa Dimax - Impex. Problemi per reperimento materie prime e aumento prezzo energia.

L'imprenditore italiano Massimo Radaelli
L'imprenditore italiano Massimo Radaelli

"La situazione qui, in Moldavia, è abbastanza preoccupante. La festa del 9 maggio in occasione della Giornata della Vittoria", in memoria della capitolazione della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, "che è una tradizione molto radicata è stata sospesa sia in Transnistria che in Moldavia. Speriamo che la situazione non precipiti ulteriormente". Ad affermarlo all'Adnkronos è l'imprenditore italiano Massimo Radaelli che vive da 28 anni in Moldavia e che opera con la sua impresa Dimax - Impex nel settore zootecnico ma che possiede anche una fabbrica con 50 dipendenti che produce biscotti a Chişinău, la capitale della Repubblica di Moldavia.

La guerra in Ucraina, racconta l'imprenditore, "ci ha preso un po' tutti all'improvviso. A noi imprenditori italiani questo conflitto ha creato problemi abbastanza seri per quanto riguarda il reperimento delle materie prime visto che dall'Ucraina arrivava la farina e la margarina, ad esempio, ma anche per il blocco del porto di Odessa. All'inizio della guerra in Ucraina ci sono state ripercussioni negative anche per quanto riguarda gli effetti sulla valuta locale, il Leu, ma anche per quanto riguarda il trasferimento di valute all'estero e per le file interminabili che si sono create davanti alla banche. Poi a mano a mano la situazione si è normalizzata. Chiaramente soffriamo per l'aumento del prezzo della benzina e del riscaldamento che è triplicato. Speriamo che le cose possano risolversi a breve", sottolinea Radaelli.

In Moldavia, aggiunge l'imprenditore, "la situazione è un po' precipitata domenica dopo gli attacchi in Transnistria al ministero della Sicurezza e ai due trasmettitori". Ora la speranza di Radaelli è che "la situazione non precipiti ulteriormente. Non penso e spero che non arrivino i russi". A differenza del Donetsk e del Luhansk, che sono le due autoproclamate repubbliche filorusse in territorio ucraino, "in Moldavia con la Transnistria si è trovato un equilibrio. E' un territorio che non è riconosciuto da nessuno ma ci sono scambi commerciali sia con la Romania che con la Moldavia. In quel territorio la minoranza etnica è russa e parlano russo. Non vedo nessun motivo perché i russi debbano intervenire e perché la Moldavia debba tirata dentro questo conflitto. Tra Russia e Ucraina, invece, c'erano vecchie ruggini". Per adesso, rileva, "la situazione sembra tranquilla ma siamo preoccupati e restiamo vigili. Chi si immaginava che il 24 febbraio sarebbe scoppiato questo problema", sottolinea Radaelli. Per l'imprenditore italiano "comunque non dobbiamo interrompere la fornitura di gas dalla Russia e mettere così a repentaglio la nostra economia. Se il governo italiano deciderà così soffriremo".

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