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Commercio: Unioncamere Veneto, consumi ancora fermi e crolla fiducia

02 settembre 2014 | 15.08
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Nei primi sette mesi 2014 chiusi 2.350 negozi.

Commercio: Unioncamere Veneto, consumi ancora fermi e crolla fiducia

Nel secondo trimestre 2014, sulla base dell'indagine VenetoCongiuntura condotta su un campione di 1.046 imprese con almeno 3 addetti, le vendite al dettaglio hanno registrato una flessione del -0,3% (era -0,5% nel trimestre precedente) rispetto allo stesso periodo del 2013.

"Se 2.352 chiusure in sette mesi vi sembrano poche...". Apre con un'amara constatazione il suo ragionamento sulle vendite al dettaglio il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio. "Certificare che ogni giorno 11 imprese del commercio chiudono significa certificare che un pezzo di economia, ma spesso anche di cultura e tradizione, se ne sta andando forse definitivamente. Diventa pertanto assolutamente indispensabile attuare tutte quelle iniziative in grado di uscire da una situazione di profonda recessione che adesso deve anche confrontarsi con la deflazione e che, purtroppo, gli 80 euro di Renzi non hanno contribuito a mitigare, visto che da una parte si dava alle famiglie ma dall'altra, complice una tassazione locale ormai fuori controllo, si toglieva e con gli interessi.

La stessa visione un po' datata ha fatto sì che anche lo "Sblocca-Italia" varato dal governo si stia impantanando nella destinazione di fondi a pioggia che non consentirà di sbloccare nulla. Se è vero, come documentano alcuni studi di questi giorni, che una qualche possibilità di ripresa arriva dal Veneto e dal Nordest, è su questo territorio che si deve puntare per far ripartire, subito, chi è in grado di ripartire immediatamente. La nostra ripresa, poi, saprà essere di stimolo anche per il resto della nazione".

Zilio non manca, infine, di ritornare sulla questione delle Camere di Commercio. "Come gli 80 euro, per i motivi che abbiamo detto, non hanno sortito gli effetti sperati, così si rischia che l'azione nei confronti delle Camere di Commercio, soprattutto per un territorio come il nostro che le ha viste e le vede protagoniste a sostegno delle imprese, finisca per togliere senza nulla dare. Il governo Renzi deve rendersi conto che i tagli indiscriminati, così come i sostegni a pioggia, sono un cliché da "prima repubblica". Se veramente vuole cambiare deve saper incentivare chi va incentivato e deve tagliare ciò che va tagliato. "Svuotare" le Camere di Commercio per poi magari inglobarne i "gioielli" significa azzerare un'economia che, proprio perché può contare su una rete consolidata qual è l'apporto positivo del sistema camerale, ha tutte le carte in regola per potersi riprendere e, con esso, far riprendere il Paese. Purtroppo, pur essendo io favorevole alle riforme, non posso non osservare che da quando è passato il decreto legge, il silenzio è calato quasi che il problema fosse solo e soltanto il diritto camerale. La riprova di un populismo buono per tutte le stagioni".

La dinamica negativa dei consumi è ascrivibile alla categoria del commercio al dettaglio specializzato non alimentare (-3,2%). Commercio al dettaglio alimentare e supermercati, ipermercati e grandi magazzini hanno invece evidenziato andamenti positivi con variazioni pari a +3,8% e +1,4% su base annua. Sotto il profilo dimensionale, le vendite hanno mostrato performance peggiori negli esercizi di piccola dimensione (-0,8%) rispetto alle medie e grandi superfici (-0,1%).

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