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Usa: testimone cruciale per esecuzione 2004 ammette di aver mentito

04 agosto 2014 | 14.14
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Washington, 4 ago. (Adnkronos/Washington Post) - Un testimone che è stato cruciale per la condanna a morte e poi l'esecuzione di Cameron Todd Willingham nel 2004, condannato in Texas per l'omicidio delle sue tre figlie, ha ammesso di aver mentito durante il processo. E' quanto risulta da un'inchiesta realizzata dal Marshall Project, e pubblicata oggi dal Washington Post, che indica come organizzazione di giornalisti che indagano sul sistema giudiziario e penitenziario americano sia arrivata ad avere le prove che dimostrerebbero in modo incontrovertibile come un innocente sia stato mandato a morte.

La prova principale è l'intervista in cui Johnny Webb, un detenuto che divideva la cella con Willingham, ammette di aver detto il falso in tribunale - sostenendo di aver ricevuto una confessione del compagno di cella - in cambio di uno sconto di pena sulla condanna per rapina ed anche del sostegno economico da parte di un proprietario terriero di Corsicana.

Il procuratore John Jackson ha sempre negato, anche prima dell'esecuzione di 10 anni fa, che vi fosse stato alcuno accordo con Webb. Una posizione mantenuta anche quando, negli anni scorsi, nuove indagini - sostenute dall'Innocence Project di New York - stabilirono che era molto improbabile che Willingham avesse volontariamente appiccato l'incendio in cui morirono il 23 dicembre del 1991 morirono le sue figlie, una di due anni e due gemelle di uno. Smentendo quindi le perizie che nel 1992 portarono, insieme alla testimonianze di Webb, alla condanna a morte. (segue)

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