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Vaccini Covid, "nessuna dose al Veneto dal Sud"

12 maggio 2021 | 13.49
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La smentita di Zaia e della struttura del commissario all'emergenza Covid Figliuolo

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Vaccini anti covid inutilizzati al Sud e traferiti in Veneto? Nessuna dose in arrivo. Lo spiega il presidente della Regione Luca Zaia. "Non è vero che ieri in conferenza delle Regioni è stato detto che arriveranno i vaccini inutilizzati dal Sud Italia", ha sottolineato Zaia oggi nel corso del punto stampa. "Magari arrivassero altri vaccini, a noi farebbe solo piacere", ha detto ancora. "Non è vero che ieri abbiamo avuto promesse di vaccini. Non so chi ha avuto questa notizia, state attenti alle fonti. Non ne so niente, ieri non è stato detto che arriveranno a noi vaccini da altre regioni. Non sarebbe una cosa da nascondere, magari mi dessero vaccini in più", ha detto e ripetuto rispondendo in particolare a domande su dosi di AstraZeneca non utilizzate al Sud. "I vaccini che stiamo facendo sono frutto dell’ingegno veneto, stiamo estraendo la settima dosi dai flaconi", ha detto il governatore. E' possibile estrarre la 12esima dose dalle fiale Moderna? "Ci stiamo lavorando".

A smentire la notizia dell'arrivo di vaccini dal Sud al Veneto anche una nota della struttura commissariale all'emergenza guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo.

"Con riferimento alle notizie pubblicate oggi da alcuni organi di stampa in merito all'assegnazione di dosi di vaccino alla Regione Veneto provenienti da altre Regioni, si smentisce la fondatezza della notizia, precisando che eventuali trasferimenti di dosi tra Regioni sono di esclusiva competenza della Struttura Commissariale", precisa infatti in la nota. ''Il Commissario straordinario, nel corso della Conferenza delle Regioni tenutasi ieri - si legge nella nota - aveva già ribadito che in merito al vaccino Vaxzevria, meno utilizzato in alcune Regioni, gli eventuali bilanciamenti sono effettuati, sentite le Regioni interessate, sempre ed esclusivamente a cura della Struttura Commissariale, per ragioni programmatiche e di coerenza con il piano vaccinale, oltre che per motivi legati alla logistica di trasporto e alla catena del freddo''.

''Tali bilanciamenti - conclude la nota - che peraltro non riguardano solo movimenti da sud verso nord ma, come già avvenuto, anche tra Regioni del sud, sono comunque da considerarsi quali anticipazioni di dosi di vaccino nell’ottica di un costante riequilibrio della ripartizione prevista tra Regioni/Province autonome, seguendo il criterio ‘una testa - un vaccino''.

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