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Vaticano, Marogna: "Zulema non sono io"

24 novembre 2022 | 19.42
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Il procuratore in atti della manager imputata con Becciu: "Lettera citata da Perlasca sia mostrata in aula, mai operazioni di intelligence in Libia"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Cecilia Marogna chiede venga mostrata e acquista agli atti processuali - e non solo narrata - la lettera che a dire di Mons Perlasca è al protocollo della Segreteria di Stato in cui si farebbe espresso riferimento a una operazione di intelligence su suolo nazionale libico che si vorrebbe attribuire a lei, Cecilia Marogna, nel mentre tale missiva arrecherebbe la firma di non meglio identificata signora ‘Zulema'". Lo dice all'Adnkronos Riccardo Sindoca, procuratore in atti di Cecilia Marogna, al termine dell'udienza del processo vaticano in cui la manager cagliaritana è imputata insieme al cardinale Angelo Becciu.

"I legali di Cecilia Marogna - prosegue Sindoca - esigono senza eccezione alcuna che vi sia l’acquisizione di tale missiva agli atti del dibattimento, che si esperisca perizia grafologica e che si presenti a riferire in aula colui o colei che avrebbe ricevuto tale missiva ‘brevi manu' presso la Segreteria di Stato", "disconoscendo Cecilia Marogna tale cognome o pseudonimo o persona sui generis" e negando "di essersi mai occupata di operatività atta alla prevenzione e liberazione di ostaggi in territorio libico. Tale non meglio identificata signora Zulema - sostiene Sindoca- venne riferito fosse organica al Dis italiano già al tempo della inchiesta di cui al corrente processo".

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