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Proteste contro Bankitalia, scontri a Bologna. Visco: "Dalla crisi rischio segni permanenti"

18 ottobre 2014 | 17.59
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Antagonisti in piazza: un poliziotto ferito da una bomba carta, vari contusi e un fermato tra i manifestanti. Il governatore a una lectio magistralis: "Sulle riforme serve un disegno organico. E' essenziale uno stimolo forte all'investimento". Poi avverte: "Le rendite di posizione ostacolano la crescita". Sull'occupazione: "Difendere il lavoratore, non il posto di lavoro"

(Infophoto)
(Infophoto)

Un poliziotto ferito da una bomba carta, vari contusi e un fermato tra i manifestanti, lanci di petardi e vernice. Pomeriggio ad alta tensione a Bologna, dove gli antagonisti sono scesi in piazza per contestare il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e boicottare una manifestazione organizzata da Forza nuova.

I primi scontri in via Castiglione, dove centri sociali e antagonisti bolognesi, molti con il volto coperto, al grido di 'siamo tutti antifascisti' e 'Visco ti veniamo a prendere', hanno lanciato palloncini di vernice e bottiglie contro le forze dell'ordine, tentando di raggiungere l'aula magna di Santa Lucia, dove si trovava Visco. Ancora tensione verso le 19, in via Garibaldi, a pochi metri dal presidio di Forza Nuova in piazza San Domenico. Nel corso dei tafferugli, è stato anche fermato e portato in questura un manifestante antagonista.

E' importante "un disegno organico nella definizione delle riforme strutturali di cui tutti pensiamo vi sia bisogno in Italia" ha detto il governatore di Bankitalia nel corso della lectio magistralis. "Questo trova la sua più evidente esemplificazione nella difficoltà di migliorare le condizioni per fare impresa e far crescere nuove imprese, anche nei servizi richiesti dai (nuovi) bisogni di una società meno giovane", spiega. "Vuol dire - aggiunge il banchiere centrale - creare un ambiente più favorevole, con la rimozione degli ostacoli burocratici e amministrativi, decisi miglioramenti nella giustizia, nella scuola, nelle infrastrutture, ma anche un contesto nel quale si rispettino le regole, si contrasti l’illegalità e si combatta la criminalità".

Visco lancia anche un avvertimento: i postumi della crisi possono farsi sentire nell'economia, ben oltre il breve periodo. "Anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito, Paesi usciti più rapidamente dalla fase acuta della crisi, il tasso di crescita resta al di sotto di quello degli anni precedenti", afferma, spiegando che "nel complesso dei Paesi dell’area dell’euro il livello del prodotto è ancora inferiore a quello pre-crisi; si prevede che vi ritorni alla fine del prossimo anno". Le "difficoltà sembrano oggi estendersi anche ai Paesi che erano stati meno colpiti dalla crisi. In generale, vi è una tendenza a ritenere che si sia anche abbassato il tasso di crescita del prodotto “potenziale” a causa della riduzione degli investimenti e di livelli di disoccupazione e di sotto-occupazione a lungo molto elevati". "I lasciti della crisi sono quindi numerosi e variegati; rischiano di lasciare un segno permanente nelle nostre economie ben oltre il breve termine", aggiunge. "L’eredità dalla crisi finanziaria - insiste - in particolare la necessità di ridurre la leva finanziaria e l’indebitamento pubblico e privato, non sembra essere provvisoria".

Avverte ancora il governatore: "Fallimenti del mercato dovuti a monopoli e rendite di posizione, a norme e costumi sociali sfavorevoli all’attività d’impresa, a regole e pratiche di supervisione non sufficienti per scoraggiare l’assunzione di rischi eccessivi alla lunga producono squilibri, ostacolano la crescita, riducono il lavoro e deprimono lo sviluppo".

Per Visco è "essenziale" uno "stimolo forte all'investimento, pubblico e privato, nazionale ed europeo". In Italia, spiega, "a fronte di una società e di un’economia sostanzialmente ferme da ben prima della crisi finanziaria, è assai ampio il potenziale di miglioramento che si può ottenere rimuovendo vincoli e rigidità, accelerando l’adozione delle nuove tecnologie, colmando la distanza dalla frontiera produttiva in molti settori, innalzando lo stato generale delle infrastrutture, anche quelle più tradizionali".

Parlando di lavoro, il governatore sottolinea inoltre che "ci vogliono sistemi non di difesa del posto lavoro ma del lavoratore, sistemi di sicurezza sociale che vanno rivisti e ripensati". Secondo lo studio di un think tank tra "10-20 anni oltre il 50% dei posto di lavoro attuali in Europa e Italia" sarà automatizzato, quindi bisogna farsi trovare pronti davanti a questo cambiamento.

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