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Ferragosto dietro alle sbarre, con detenuti in aumento e ore d'aria bollenti

Garante detenuti Palma: "Troppa tensione è deleteria, serve elasticità" - Bernardini: "Incentivare lavoro in carcere e accesso a misure alternative"

Ferragosto dietro alle sbarre, con detenuti in aumento e ore d'aria bollenti
14 agosto 2023 | 00.00
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Dal 31 luglio 2022 al 31 luglio scorso il numero di detenuti negli istituti penitenziari in Italia è cresciuto di 2.800 unità. Stretti in strutture sempre uguali, migliorate qua e là solo per la premura di qualche direttore o garante regionale, di fatto in difficoltà nel reggere il peso di continui, nuovi ingressi. Intanto il caldo angoscia chi è dentro, senza aria condizionata, ventilatori, quando il sole è ancora alto e prepotente. E' ancora attuale la foto pubblicata dall'Adnkronos esattamente un anno fa, con i detenuti di Poggioreale in cortile a petto nudo per l'ora d'aria sotto a un sole impietoso. Ne risente ovviamente l'umore dei reclusi. Più di 40 i suicidi da inizio 2023.

"La festa di metà agosto è una ricorrenza esclusivamente nostra. E' l'occasione per essere più elastici, sempre in piena sicurezza, considerato il momento drammatico che vive il carcere. Basterebbe adottare qualche accortezza, una telefonata in più ai familiari, del tempo all'aria aperta possibilmente non nelle ore calde, celle aperte, maggiore vicinanza al personale, un po' come gli ospedalieri. Il caldo straordinario di questi giorni - dice all'Adnkronos il garante nazionale dei detenuti Mauro Palma - può giustificare le decisioni da parte dei direttori dei vari istituti penitenziari di essere più possibilisti sul piano generale, prestando attenzione al fatto che qualcuno, purtroppo, possa approfittarne. Tuttavia troppa tensione può essere deleteria e l'eccessiva sorveglianza non sempre porta a maggiore sicurezza".

"A Ferragosto sarò a Regina Coeli con una delegazione tutta al femminile - annuncia all'Adnkronos la radicale Rita Bernardini - Alle 10 farò una visita autorizzata dal Dap per verificare le condizioni in cui si trovano i detenuti all'interno della casa circondariale, simili, sospetto, a San Vittore dove sono in aumento i giovanissimi reclusi (quasi 300 su un totale di 950 hanno tra i 18 e i 25 anni). Il 4 agosto scorso ho incontrato il capo del Dap, con il quale abbiamo parlato di persone malate che non possono stare in carcere, come tossicodipendenti e malati psichiatrici. E' oggettivo che il 90% dei detenuti prende psicofarmaci. E' stato un errore aver quasi smantellato i servizi di igiene mentale che, presenti sui territori, intercettano per tempo i casi psichiatrici li seguono, spesso scongiurando eventuali tragedie. Così, e lo insegna quanto accaduto a Rovereto, sono allo sbando. Bene le comunità terapeutiche assistenziali, dalle quali poi si avvia un percorso per il reinserimento sociale. In Sicilia queste realtà già esistono, grazie a uno stanziamento dedicato. Vanno incentivati i corsi professionali, il lavoro in carcere, l'accesso alle misure alternative, soprattutto per gli stranieri quasi inesistenti. Il fatto di non avere una casa, una occupazione regolare o i documenti li rende fantasmi e costretti a restare dietro le sbarre". (di Silvia Mancinelli)

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