Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, non ha intenzione di dimettersi dopo l'iscrizione nel registro degli indagati per frode nelle pubbliche forniture per il caso dei camici acquistati dalla Regione da un'azienda del cognato. "Scherza? Di benzina nel serbatoio ne ho tantissima, anzi devo accelerare per consumarla un po’", dice Fontana in un'intervista a Repubblica. Il presidente della Regione Lombardia ribadisce quanto spiegato ieri nel suo intervento in Consiglio regionale e precisa di essere stato informato dalla sua segreteria del contratto di affidamento diretto e senza gara a Dama, l'azienda del cognato, fra il 10 e il 12 maggio.
"Glielo dico con sincerità, non posso giurare che fosse il 10 o il 12 maggio. Ma ricordo che ricevetti la notizia di questo contratto alla fine di una normale giornata di lavoro. Quindi, essendo il 10 maggio una domenica, poteva essere stato l’11 o il 12 sera", spiega. La delibera regionale che avrebbe dovuto convertire l’acquisto in donazione ancora non c’è, ma, dice Fontana, "solleciterò Aria a completare velocemente il procedimento. Ed in ogni caso, dal punto di vista sostanziale, la Regione non ha pagato e non pagherà".
Parlando del conto in Svizzera dal quale è partito il bonifico per ripagare il cognato dei camici consegnati Fontana sottolinea che "quel conto non solo è perfettamente legale e frutto del lavoro dei miei genitori, ma è dichiarato, pubblico e trasparente. E' riportato nella mia dichiarazione patrimoniale pubblicata sin dal primo giorno del mio mandato sui siti regionali come la legge prevede".