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No vax, green pass e tamponi: bagarre in famiglia per pranzo Natale

22 dicembre 2021 | 16.24
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Discussioni, tensioni e contrasti rischiano di travolgere come un terremoto le tavolate tra parenti

No vax, green pass e tamponi: bagarre in famiglia per pranzo Natale

Mancano ormai pochissimi giorni al Natale, il secondo nel segno del covid, ma sono già diverse settimane che nelle famiglie italiane sono scoppiati piccoli contrasti e tensioni per l'organizzazione del cenone della vigilia e del pranzo del 25. Le spaccature, tra i più prudenti e quelli che, desiderosi di festeggiare insieme, sono disposti a rischiare di più, tra no vax e vaccinati, rischiano di travolgere come un terremoto le tavolate tra parenti.

C'è chi inviterà solo vaccinati, chi ha deciso per il tampone di massa, chi, seguendo il proverbio 'la prudenza non è mai troppa', si limiterà a trascorrere i pasti solo con il proprio nucleo familiare. E anche chi, forte dell'assenza di restrizioni del governo, azzarderà raduni numerosi anche oltre la soglia raccomandata, con il solo scudo della vaccinazione. Sul tema però si discute ormai da giorni e in qualche caso il mancato accordo ha già provocato fratture.

Dalla nonna no vax, che piuttosto che vaccinarsi rinuncerà a trascorrere il Natale con i nipoti, al fratello ostinato che rifiuta il tampone per principio o per soldi, i casi che stanno accendendo gli animi sono molteplici. ''Nelle famiglie non c'è sempre accordo su tutto - spiega all'Adnkronos la sociologa Chiara Saraceno - la consanguineità non garantisce unità di vedute. Non solo tra famiglie ma anche all'interno dello stesso gruppo parentale e nelle relazioni amicali ci possono essere sensibilità diverse sui rischi che si corrono o anche su cosa è più importante. E' un esempio estremo perché in questo caso c'è veramente una dimensione di pericolosità che in altri casi non ci può essere''.

Insomma la pandemia, sottolinea la sociologa, ''da un lato acuisce ed esplicita differenze di vedute preesistenti su ciò che è importante e ciò che non lo è e quindi sulle priorità di ognuno, dall'altro, e mi riferisco ai no vax, c'è anche una posizione ideologica''.

''E' una bella cartina di tornasole per i rapporti familiari e richiede quindi positivamente un di più di comprensione reciproca e di accettazione: in questa nostra complessiva fragilità e insicurezza ciascuno fa le proprie valutazioni sul rischio che è disposto a correre per sé e per gli altri e viceversa sulla perdita di relazione, si spera temporanea, che è disposto ad accettare'', aggiunge.

''Ci potranno essere parenti che non capiranno perché un'altra persona non abbia voluto correre il rischio di esporsi al contagio, magari sentendosi fragile, e che diranno 'ma perché non è venuta', che interpreteranno questa scelta come poca generosità ma in questo caso invece è una legittima autoprotezione - dice - Non dobbiamo farne una materia di scontro che rovina i rapporti per sempre. Ci sono valutazioni che vanno sul filo di lana, forse lo scorso anno c'erano più incertezze ma anche più certezze, in ogni caso era più chiaro che cosa era meglio e più sicuro fare''.

Del resto, a pensarci bene, il periodo di Natale non è mai stato un momento semplice. ''Le festività e in particolare quelle natalizie sono sempre piene di tensioni familiari, il Natale è la festa della famiglia ma anche delle tensioni - spiega Chiara Saraceno - C'è sempre da fare una scelta, come 'stiamo dai miei o dai tuoi', si vedono le persone che magari non si frequentano da tanto tempo, vengono fuori anche storie vecchie, poi si trovano degli equilibri. C'è tutta una letteratura sull'argomento. E' una festa che piace molto ai bambini ma per gli adulti richiede sempre una dose di mediazione''.

E forse questo è uno di quei casi in cui la pandemia può insegnare qualcosa. ''Questa situazione dovrebbe portarci anche a sdrammatizzare il Natale - sottolinea la sociologa - Quindi cerchiamo di contestualizzare un po' di più questa festa. Se ci pensiamo bene, anche senza covid, non è mai stata così libera da decisioni difficili, da sacrifici, da rinunce. Pensiamo ad esempio ai figli dei separati, ai loro genitori e ai loro nonni. Per loro è sempre una festa complicata: sanno che qualcuno soffrirà per le loro scelte e magari dovranno accettare qualcosa che non sono contenti di accettare''.

''Siamo portati a pensare che o si fa tutto a Natale o niente, invece dobbiamo sdrammatizzare, sperando di riuscire a recuperare da un'altra parte e in un altro momento, pazienza!'', conclude.

(di Giorgia Sodaro)

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