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Ucraina, Piemonte: in salvo altri 9 piccoli pazienti, conclusa seconda missione umanitaria

20 marzo 2022 | 18.58
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Ucraina, Piemonte: in salvo altri 9 piccoli pazienti, conclusa seconda missione umanitaria

Avvolta in una tutina rosa con i cuoricini luccicanti è salita per prima sull’aereo, poi, per tutto il volo ha dormito in braccio alla mamma che, con la testa appoggiata al finestrino, non le ha staccato un minuto gli occhi di dosso accarezzandole la manina con la speranza nel cuore che il viaggio possa presto regalare un fegato nuovo alla sua bambina. E' Victoria, sei mesi appena, la più piccola passeggera del volo, messo a disposizione della Regione Piemonte da Fondazione Lavazza e Reale Foundation, che questo pomeriggio ha portato a Torino altri 9 bambini ucraini malati che ora verranno ospitati al Regina Margherita dove potranno proseguire le cure interrotte in patria a causa dello scoppio del conflitto.

Non tiene a freno, invece, la curiosità Heorhii, 6 anni, che salito a bordo per mano al presidente del Piemonte, Alberto Cirio, con le ditina a V in segno di vittoria, si è fatto accompagnare a visitare la cabina di pilotaggio, sotto gli occhi attenti della mamma che prima di salire sull’aereo ha mostrato con orgoglio il passaporto ucraino. Poco più in là, seduta tra i pupazzi Solomia, sei anni anche lei, che per tutto il volo ha giocato con i compagni di viaggio di peluche portati da casa a cui ha aggiunto quelli ricevuti in dono dalla delegazione piemontese che è andata a prelevare i piccoli malati a Iasi, in Romania, per accompagnarli in Italia. Alcuni di loro, soprattutto i più grandi, hanno lo sguardo segnato dalla malattia e per arrivare sotto la scaletta dell’aereo devono utilizzare le carrozzine. Al loro fianco i familiari, mamme e fratellini soprattutto, perché i papà sono rimasti in patria, li seguono con sguardo preoccupato. Pochi i bagagli, racchiusi per lo più in borse di fortuna che tradiscono la fretta della partenza. Lasciano il terminal dell’aeroporto dove il vento soffia freddo nonostante il timido sole. Sono in silenzio, così come in silenzio, a occhi socchiusi, affrontano le due ore e poco più che li separa dalle cure.

Momenti di tensione a meno di mezz’ora dall’atterraggio quando un ragazzino 15enne si sente male a bordo. L’équipe medica interviene d’urgenza e lo stabilizza poi, all’arrivo, lascia in barella l’aereo diretto con un’ambulanza del soccorso avanzato alla terapia intensiva del Regina Margherita. "Anche la seconda missione è compiuta", commenta il presidente del Piemonte, Alberto Cirio che racconta "gli occhi delle mamme pieni di speranza, riconoscenza e dignità di chi è costretto senza colpa a chiedere aiuto". Già, perché queste mamme, partono per curare un figlio, ma spesso ne lasciano un altro a casa, con i nonni, vicino a zone dove la guerra non risparmia i suoi colpi.

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