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Vuoi indietro la tua auto? Paga o la bruciamo. A Bari la banda del furto con riscatto

29 aprile 2015 | 09.50
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Sono accusati di ricettazione ed estorsione continuata in concorso, uno di loro anche di violazione degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale. Otto gli episodi, accertati tra maggio e luglio dello scorso anno, di cui la metà conclusi con il pagamento. Dai 500 ai 1000 euro la cifra da pagare variava a seconda del valore dell'automobile. Tentano di rubargli la macchina, ma il proprietario si aggrappa allo sportello e viene trascinato per 500 metri sull'asfalto

Soldi al posto dell'auto rubata, arrestata banda specializzata (Infophoto)
Soldi al posto dell'auto rubata, arrestata banda specializzata (Infophoto)

Una banda, composta da quattro specialisti in estorsioni con il metodo del 'cavallo di ritorno', è stata sgominata dai carabinieri della compagnia di Gioia del Colle, in provincia di Bari, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di quattro persone. Si tratta di L.F., 33enne di Modugno, di F.D.P., 30enne di Bitonto, di A.F., 35enne di Cassano Murge e M.S. 39enne di Bitonto. I quattro sono accusati di ricettazione ed estorsione continuata in concorso, e A.F. anche di violazione degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale.

La base logistica della banda era tra Cassano e Bitonto ma operava principalmente nel sud-est barese, dove si era specializzato nel cosiddetto 'cavallo di ritorno', cioè la ricettazione di autoveicoli rubati con successiva richiesta estorsiva. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari, ha preso le mosse da una serie di ritrovamenti sospetti. I proprietari denunciavano il furto della propria auto che, tuttavia, veniva misteriosamente ritrovata pochi giorni dopo. Otto gli episodi accertati tra maggio e luglio dello scorso anno, di cui 4 conclusi con il pagamento dell'estorsione.

La banda agiva sempre nello stesso modo: contattava principalmente anziani e agricoltori, evidentemente ritenute vittime più vulnerabili, e richiedevano cifre tra i 500 e i 1.000 euro in relazione al valore di mercato delle auto da restituire, minacciando di darle alle fiamme in caso di rifiuto.

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