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Archivio Centrale Stato, Ufficio Affari Riservati, 72.000 fascicoli digitalizzati

01 dicembre 2022 | 17.04
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Si tratta della documentazione della Direzione Generale della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno relativa agli anni 1948-1970 rinvenuta nel 1996 in un deposito sulla Circonvallazione Appia a Roma

Archivio Centrale Stato, Ufficio Affari Riservati, 72.000 fascicoli digitalizzati

Nuovi dettagli e nuovi retroscena su numerose vicende che hanno segnato la storia d'Italia dal 1948 al 1970 sono a disposizione degli studiosi, che possono così indagare con aspetti inediti su fatti anche controversi grazie alle carte della Divisione Affari Riservati del Ministero dell'Interno.

Oltre alla consultazione cartacea, già possibile dal 2019 nella Sala delle raccolte speciali dell'Archivio Centrale dello Stato (diretta da Simona Greco), nel giro di circa un anno sarà offerta agli storici anche la possibilità di esaminare i documenti in formato virtuale grazie alla digitalizzazione in corso di circa 72.000 fascicoli della Direzione Generale della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno.

Lo studio di queste carte offre uno sguardo particolare su molti episodi e personaggi della prima parte della storia repubblicana: si tratta di verbali, relazioni e brogliacci dei servizi segreti e della polizia politica, ad esempio su scioperi, agitazioni, manifestazioni di piazza, sulla situazione politica provincia per provincia, magistrati attenzionati, italiani sospettati di spionaggio, militanti del Pci e personaggi della destra. Ma c'è anche del materiale relativo all'Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo, che operò dal 1944, e sugli oppositori del regime. Una volta acquisiti tutti i documenti, saranno oltre 400mila gli 'oggetti digitali' che potranno essere consultati dagli studiosi, con le limitazioni legate al rispetto dei dati sensibili sulla privacy.

A guidare questa operazione di salvaguardia è l'Archivio Centrale dello Stato, deputato per legge alla custodia della memoria del nostro Paese, di cui è direttore generale e sovrintendente Andrea De Pasquale, impegnato a coordinare numerosi progetti di valorizzazione dello sterminato materiale inventariato presso la sede dell'Eur. Il compito di digitalizzare i 72.000 fascicoli è stato affidato alla società consortile Csa, leader nel settore della progettualità online dei beni culturali.

E' fissato nel corso del 2023 il traguardo finale della digitalizzazione dell'inedita documentazione della Divisione Affari Riservati del Viminale, rinvenuta nel 1996 a Roma, in un deposito di pertinenza di uffici del Dipartimento di Pubblica Sicurezza in via della Circonvallazione Appia. Da lì i 72.000 faldoni furono trasferito nella caserma romana 'Davide Campari' per essere esaminati (a suo tempo furono anche sequestrati dalla magistratura) e infine versati all'Archivio centrale dello Stato.

Nell'ambito delle attività di prevenzione e repressione dei delitti contro la sicurezza dello Stato, la raccolta di informazioni su persone potenzialmente pericolose per l'ordinamento democratico dette luogo dal 1948 alla formazione di migliaia di fascicoli nominativi da parte della Divisione Affari Riservati.

La documentazione rinvenuta nel deposito in via della Circonvallazione Appia giunge generalmente fino alla fine degli anni '60, ma alcuni fascicoli contengono documenti di anni successivi e furono prodotti dagli uffici che negli anni '70 svolsero attività di intelligence e antiterrorismo quali il Servizio informazioni generali e sicurezza interna, l'Ispettorato generale della pubblica sicurezza per l'azione contro il terrorismo, l'Ufficio centrale investigazioni generali ed operazioni speciali.

La digitalizzazione dei 72.000 faldoni - seguita personalmente da Maurizio Villani, responsabile Divisione Cultura di Csa - consentirà di 'salvare' le carte dall'usura e dal degrado in cui erano state conservate, o per meglio dire abbandonate, fino al 1996, anno del loro ritrovamento. L'acquisizione digitale riguarda i fascicoli nella loro interezza: non solo verbali e relazioni ma anche ritagli di giornali acclusi e fotografie scattate durante i controlli, le indagini, con tanto di pedinamenti. Si tratta di fascicoli in gran parte deteriorati dall'usura del tempo e soprattutto dall'umidità subita per circa un ventennio.

Prima di procedere alla digitalizzazione della documentazione detta di 'Circonvallazione Appia', l'Archivio Centrale dello Stato, con il proprio personale specializzato, effettua il controllo conservativo dei fascicoli, e quando è necessario, dispone l'intervento del laboratorio di restauro (interno all'Istituto), ad esempio sui documenti deteriorati come le delicate carte veline, le pagine con l'inchiostro sbiadito o le fotografie deturpate da colle, plastiche o graffette. Una volta avvenuta la classificazione di ciascun documento, si procede con l'informatizzazione archivistica; infine entrano in azione i tecnici di Csa incaricati dell'acquisizione digitale con 'scanner planetari'.

A seguito delle direttive dei presidenti del Consiglio del 2008, del 2014 e del 2021, presso l'Archivio Centrale dello Stato è garantita la consultazione della documentazione degli Organi centrali dello Stato che è stata declassificata. L'accesso alla consultazione avviene previa sottoscrizione di "un impegno al rispetto delle regole deontologiche" approvato con regolamento del sovrintendente dell'Archivio Centrale.

Il ritrovamento della documentazione della Divisione Affari Riservati avvenne il 4 ottobre 1996 ad opera dello storico Aldo Giannuli, che accanto all'attività accademica svolgeva il compito di consulente per il giudice del Tribunale di Milano Guido Salvini e della Commissione parlamentari stragi. Fu proprio durante un'indagine per conto del giudice Salvini, che all'epoca conduceva una nuova inchiesta sul terrorismo di destra e sulla strage di piazza Fontana, che Giannuli arrivò all'archivio segreto della circonvallazione Appia. Da lì è nato un lavoro di ricerca che si è trasformato anche in alcuni libri, come "Lo stato parallelo" (1997) e "Storie di intrighi e di processi" (1991).

All'epoca fu definita una scoperta sensazionale perchè quelle decine di migliaia di fascicoli contenevano una massa incredibile di informazioni sull'operato dei servizi segreti italiani e la polizia. Per di più quei fascicoli non erano catalogati, in pratica erano segreti e li conoscevano soltanto pochi.

Il materiale acquisito, sequestrato da diverse procure, fu utilizzato per tre indagini della magistratura: una della procura di Milano, per il procedimento per la strage di piazza Fontana; una della procura di Roma, per procedimento nei confronti di Gianadelio Maletti (ex capo del reparto D (controspionaggio) del Sid) e altri; la terza del giudice istruttore di Venezia, Carlo Mastelloni, nel procedimento penale relativo al caso Argo 16. All'interno del deposito della Circonvallazione Appia molte carte dal 1960 in poi erano state vistate di Silvano Russomanno della Divisione Affari Riservati del ministero dell'Interno, come si evince dagli stessi fascicoli, numero due del capo Federico Umberto D'Amato.

Tutta la documentazione fu oggetto di una perizia archivistica disposta dalla procura di Roma e affidata a tre esperti (Paola Carucci, Mario Messeri e Gerardo Padulo); venne consegnata alla magistratura il 27 dicembre 1996 e per conoscenza fu inviata a sei procure e tre uffici istruzione dei tribunali di Milano, Roma e Venezia.

Nell'ottobre 1948 la Divisione Affari Generali e Riservati fu sdoppiata e furono così costituite la Divisione Affari Generali e la Divisione Affari Riservati. Quest'ultima subentrava alla soppressa Divisione Servizi informativi e speciali - Sis, che era stata istituita nel 1946. Le competenze della Divisione Affari Riservati riguardavano la prevenzione e la repressione dei delitti contro la sicurezza dello Stato; la vigilanza sugli stranieri pericolosi o sospetti per la sicurezza delle istituzioni; la vigilanza sugli elementi pericolosi per l'ordine democratico. Con ordinanza del Capo della Polizia del 24 novembre 1970, la Divisione Affari Riservati assunse il nome di Servizio Informazioni Generali e Sicurezza Interna.

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